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Le 4 associazioni agricole: “il cartello messo in atto dai macellatori rischia di far saltare la firma del protocollo sull’agnello Igp. Non si esclude il ricorso all’antitrust ”.

Le aste dei gruppi d’acquisto del nord Sardegna, negli ultimi giorni sono andate completamente deserte. Segno inequivocabile del cartello messo in atto dai macellatori, che in modo irresponsabile, in un momento di grande difficoltà per le imprese - denunciano le quattro associazioni agricole - affossano il settore anziché contribuire ad un rilancio del prodotto e di tutta la filiera.

Questo atteggiamento scorretto non è tollerabile secondo le associazioni che si interrogano sull’opportunità di siglare il protocollo sull’agnello Igp, con una categoria scorretta che non rispetta gli accordi.
Attraverso il sistema delle aste, gli allevatori che fanno parte dei gruppi di acquisto, un giorno alla settimana, mettono in vendita un certo numero di capi e invitano i macellatori a fare delle offerte.

Per la prima volta, proprio in questi giorni a ridosso delle festività, gli allevatori non hanno ricevuto alcuna proposta di acquisto.

Il prezzo degli agnelli  nelle scorse settimane aveva raggiunto i 4.85 euro/kg a peso vivo (tutto l’agnello compresa la pelle), un valore dignitoso che i macellatori hanno voluto azzerare ribassando il prezzo sino a 4 euro.
Da sottolineare che un anno fa nello stesso periodo, il prezzo pagato dai macellatori era pari a € 5,20/kg.

In questo periodo dell’anno, in cui da sempre si assiste ad una crescita della domanda, la tendenza è di fare aumentare il costo degli agnelli che toccano i massimi livelli nei giorni dell’Immacolata e di Natale, attenuandosi solo tra le due festività.

Su circa 1 milione e 800.000 capi immessi ogni anno sul mercato, l’80% vengono esitati proprio nei periodi di Natale e Pasqua.

Altra stranezza rilevata in questi giorni il costo della pelle dell’agnello che storicamente  condiziona quello della carne, per evidenti azioni speculative è salito sino a 10 euro, in contro tendenza con il valore degli agnelli.
Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri, esprimono forte preoccupazione per questa situazione e non escludono di ricorrere all’intervento dell’antitrust per turbativa d’asta a tutela di una dignitosa remunerazione per gli allevatori che da ormai quattro mesi si ritrovano senza alcun introito, pur avendo anticipato le spese culturali e i trattamenti veterinari.
Le associazioni agricole denunciano inoltre che non esistendo alcun obbligo di tracciabilità della provenienza delle carni, ma solo di indicazione del luogo di macellazione, accade spesso che gli agnelli provenienti dalla Romania o dalla Corsica, vengano macellati in Sardegna e poi esportati nel centro e Nord Italia, traendo così in inganno i consumatori sull’origine di un prodotto in realtà non sardo, nato e cresciuto fuori dall’isola.