I vertici di Confindustria Sardegna e delle Segreterie Generali di Cgil-Cisl-Uil della Sardegna si sono incontrate per riprendere il confronto periodico sulla situazione economica e sociale della nostra Isola ed approfondire le proposte da sottoporre congiuntamente a Regione e Governo nazionale.
La delegazione di Confindustria Sardegna era composta dal Presidente regionale e dai Presidenti delle Confindustrie provinciali della Sardegna.
La delegazione sindacale ha visto la presenza dei Segretari Generali regionali di Cgil, Cisl E Uil.
Le Parti hanno condiviso la profonda preoccupazione per la mancata ripresa dell’economia e l’aggravarsi delle condizioni del sistema produttivo regionale che sta avendo profondi riflessi su imprese, lavoratori e sull’intero sistema socio-economico della Sardegna.
Confindustria e Cgil-Cisl-Uil della Sardegna ritengono che, in questa fase estremamente complessa, vada riservata un’attenzione prioritaria ai temi dell’impresa e del lavoro.
Si sta assistendo infatti ad un progressivo impoverimento del sistema produttivo e dell’intera popolazione sarda che sta minando alla base le possibilità di superare questo lungo periodo di difficoltà.
I drammatici dati sul fronte dell’occupazione, con una perdita, in soli quattro anni, di 25.323 lavoratori nell’industria (-19,7% rispetto al 2008),ai quali devono aggiungersi le migliaia di addetti che beneficiano di ammortizzatori sociali, testimoniano la gravità della crisi del lavoro in Sardegna.
I dati registrano il drammatico ampliarsi delle sacche di povertà tra i sardi, con divari sempre più marcati all’interno della popolazione e dei lavoratori.
Particolarmente grave appare il peggioramento delle condizioni della classe media, da sempre motore e sostegno dell’economia del nostro Paese e della nostra Regione.
Confindustria e Cgil-Cisl-Uil della Sardegna hanno pertanto ritenuto urgente e necessario condividere posizioni e proposte da sottoporre ai diversi tavoli regionali e nazionali che possano contribuire a fronteggiare il perdurare delle difficoltà sul fronte dell’economia e del lavoro.
La riflessione è stata inizialmente rivolta all’attuale situazione delle finanze pubbliche che, nonostante le notevoli risorse disponibili, nazionali e comunitarie, evidenzia fortissime criticità sul fronte della spesa, vincolata nella sua totalità a sostegno di interventi obbligatori e senza che si possa riorientarla efficacemente su misure a sostegno dell’impresa, dello sviluppo e del lavoro.
Ferma restando la necessità di mantenere l’equilibrio dei conti regionali, evitando di accrescere le spese improduttive e di far fronte ad interventi inefficaci ed inefficienti, le Parti ritengono che sia possibile percorrere una strada coerente con l’obiettivo di sostenere la spesa per investimenti e per lo sviluppo.
A tal fine, Confindustria e Cgil-Cisl-Uil della Sardegna ritengono che la Regione debba applicare quanto previsto dall’art.32, comma 23 della Legge n.183 del 2011, il quale consente di operare un superamento controllato degli obiettivi del Patto di Stabilità interno qualora questo sia determinato dalla maggiore spesa per interventi realizzati con la quota di cofinanziamento nazionale correlata ai finanziamenti dell’Unione Europa.
Le Parti auspicano che la Regione operi in questa direzione al fine di smobilizzare le ingenti risorse comunitarie disponibili, rendendo possibile sostenere gli interventi da esse finanziate che possono contribuire fattivamente a sostenere le imprese, lavoro e sviluppo economico e sociale della nostra Regione.
Come pure le Parti hanno espresso estrema preoccupazione per quanto sta emergendo sul fronte degli ammortizzatori sociali. Il fabbisogno 2012 difficilmente potrà essere soddisfatto anche nel corso del 2013 e sarà sicuramente necessario accordarsi su opportuni criteri di attribuzione per favorire prioritariamente le imprese e i lavoratori del comparto manifatturiero e le situazioni di crisi ad esso connessi. Ciò nonostante le previsioni di risorse ipotizzate a livello nazionale appaiono del tutto insufficienti a far fronte al perdurare dell’attuale situazione di crisi. Come pure appare fondamentale assicurare continuità nel passaggio tra l’anno in corso ed il 2013 senza cesure o sospensioni nell’erogazione che rischiano di aggravare la situazione economica e sociale.
Un ulteriore aspetto di confronto ha riguardato la funzionalità e capacità di spesa della Regione che impongono una rivisitazione dell’ente Regione, non più adeguato alle sfide dell’attuale economia e società. Su questo fronte è stata condivisa l’importanza di lavorare per abbattere gli ostacoli al “fare impresa” che, in Sardegna, trovano riscontro nelle sovrapposizioni amministrative e normative determinate da un cattivo uso della potestà legislativa e regolamentare regionale. In un momento di crisi come questo si tratta di liberare imprese e lavoratori degli oneri derivanti da una regolamentazione che è di ostacolo allo sviluppo.
Confindustria e Cgil-Cisl-Uil della Sardegna hanno inoltre condiviso di portare avanti congiuntamente una riflessione su: vertenza Sardegna, con l’obiettivo di definire gli interventi prioritari da sostenere a livello regionale e nazionale, a partire dalla necessità di dare risposte concrete alle aree di crisi e agli interventi strategici, tra i quali GALSI e le reti di servizio e infrastrutturazione per il sistema produttivo; attuazione del Piano di Azione e Coesione e riprogrammazione delle risorse 2007-2013, per i quali sono stati evidenziati ritardi e inefficienze sul fronte attuativo da parte delle amministrazioni coinvolte e per la cui definizione si sconta una carenza di confronto a livello regionale. Le Parti intendono sottoporre a monitoraggio e valutazione lo stato di avanzamento e realizzazione, da operare in stretta sinergia con l’analogo tavolo costituito tra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil nazionali. Si tratta infatti di risorse rilevanti non spese per le quali è fondamentale giungere ad una definitiva smobilizzazione ed accelerazione nella spendita su interventi realmente impattanti ai fini dello sviluppo regionale; programmazione Comunitaria 2014-2020, con l’obiettivo di giungere a definire rapidamente le azioni prioritarie sulle quali costruire la prossima fase di programmazione, in modo da poter contare su proposte concrete in linea con le priorità e i target di Europa 2020. Le Parti considerano infatti indispensabile assicurare sostanza e concretezza al Partenariato economico e sociale che è alla base della futura programmazione, con l’obiettivo di una maggiore concentrazione ed addizionalità degli interventi, non solo dal punto di vista tematico, ma anche dal punto di vista della dimensione e della massa critica dei progetti. Le Parti intendono cooperare per promuovere l’adozione di meccanismi che facilitino la selezione di progetti aventi massa critica adeguata alla finalità che devono perseguire, in particolare con riferimento ai progetti infrastrutturali e agli interventi nelle aree di crisi.
Confindustria e Cgil-Cisl-Uil della Sardegna hanno in particolare convenuto nell’interesse comune di salvaguardare una forte politica di coesione, tale da costituire la principale forma di sostegno degli investimenti e del lavoro nella Sardegna nei prossimi anni.
Per questo motivo i criteri di assegnazione delle risorse destinate alla Sardegna dovranno riflettere gli oggettivi ritardi di sviluppo della nostra regione, ponendo particolare attenzione alle priorità aventi maggiori riflessi sulla competitività del nostro sistema produttivo e del lavoro.
Un’attenzione particolare andrà riservata all’insularità per contrastare gli effetti di declino derivanti da un’insufficiente dotazione di risorse finanziarie per gli investimenti e di interventi a sostegno di imprese e lavoro.
Per questo motivo l’insularità, da concetto astratto, dovrà trovare, nella declinazione dei diversi temi che saranno oggetto di condivisione, un’applicazione concreta nelle azioni ed interventi da parte del Governo, regionale e nazionale, e dell’Unione Europea. Com