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Attese le mosse dell’ex premier che tanto male ha fatto all’Italia.

Macché primarie, macché Congresso PdL. La nuova epifania di Silvio Berlusconi avverrà mercoledì pomeriggio, alla presentazione del libro di Bruno Vespa. Forse. Il condizionale è d'obbligo, perché i fedelissimi continuano a confermare l'appuntamento, ma altri assicurano che l'ex capo del governo sta ancora valutando se partecipare o meno.

L'occasione potrebbe essere propizia per svelare le sue mosse e, magari, dire una parola definitiva (?) sul lancio o meno del suo progetto politico. Idea a cui Berlusconi non sembra voler rinunciare anche se i tempi ed i modi del 'debutto' sono ancora da definire.

Se la vittoria di Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra rappresenta per l'ex capo del governo un'arma da usare in campagna elettorale (Con Bersani e Vendola il Paese sarebbe condannato all'instabilità, è il leit motiv che Berlusconi continua a ripetere ai suoi) ad incidere sulle mosse del ex capo del governo è la legge elettorale.

Le trattative sono ormai agli sgoccioli ed il testo della riforma dovrebbe andare in Aula al Senato, mercoledì mattina. L'argomento è stato discusso nel corso di una riunione fiume a via dell'Umiltà dove oltre a Denis Verdini, Gaetano Quagliariello e Lucio Malan era presente Roberto Calderoli, da sempre in prima linea per trovare una mediazione. Trattativa, quella sulla modifica all'attuale sistema di voto, a cui l'ex premier guarda con una certa attenzione. La linea impartita ai suoi uomini è chiara: nessun cedimento sulle preferenze e premio al partito alla coalizione mettendo pero' una soglia alta. Poche cose, insomma, che gli consentirebbero di avere 'voce in capitolo' nella composizione delle liste. Il Cavaliere, spiega poi chi lo ha sentito, non si fiderebbe del tutto dell'atteggiamento dei senatori PdL viste anche le tensioni nei giorni scorsi e le divergenze di linee.

La legge elettorale quindi rappresenta lo snodo per decidere o meno se far cadere le ultime riserve sul lancio di un nuovo partito politico. Ma il progetto va avanti e c'è chi ipotizza che la presentazione del libro di Vespa possa essere l'occasione giusta per annunciare le sue intenzioni.

L'idea che l'ex capo del governo torni in prima linea continua ad essere criticata da esponenti di primo piano del partito come il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Una presa di posizione ("la candidatura di Berlusconi sarebbe un atto irrazionale) che hanno mandato su tutte le furie l'ex capo del governo prontamente avvertito.

Il ritorno a Forza Italia avrebbe come conseguenza l'addio di una fetta di dirigenti pidiellini che vengono da Alleanza Nazionale: "Berlusconi ha un'idea precisa - fa sapere Ignazio La Russa - e sta valutando se trasformarla in proposta". In quel caso avverte il coordinatore del Pdl la nascita di un partito che "rappresenti la destra" sarebbe
inevitabile.

Altro punto che spacca il PdL, la tentazione berlusconiana di sfiduciare il Governo Monti. Berlusconi avrebbe già messo a punto con i suoi capigruppo un'agenda di tutti gli appuntamenti parlamentari, per capire quando e dove staccare la spina. Da quel momento partirebbe una campagna elettorale anti-Monti e diventerebbe non scontato anche il sì PdL all'approvazione della legge di stabilità. E tuttavia, molti nel PdL, da Lupi a Frattini alla Gelmini, premono dul Cavaliere perché non ceda alla tentazione di elezioni anticipate: un autogoal, dicono, con il Pd appena rafforato dalle primarie.