Nuova protesta oggi a Genova da parte degli operai dell'Ilva che sono usciti dallo stabilimento con mezzi pesanti e pale meccaniche. La manifestazione ha bloccato del traffico a Cornigliano con ripercussioni in tutto il ponente cittadino. Gli operai hanno trascorso la notte nella sala mensa della fabbrica, occupata da ieri sera.
"Se siamo arrivati a questo punto penso ci siano grandi responsabilità dell'azienda", ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso a Radio Anch'io. "In altri paesi - ha proseguito - la stessa proprietà ha degli stabilimenti che sono giudicati dai governi e dalle leggi di quei paesi come stabilimenti che non inquinano. C'è una grande responsabilità che si è prodotta nel tempo, scegliendo di non investire rispetto a un impianto con quelle caratteristiche. E penso anche che l'azienda abbia usato una forma di paternalismo per governare la situazione che si sta riproducendo in queste ore. Avremmo preferito dei comportamenti lineari e non antagonisti alle decisioni del Governo da un lato e della magistratura dall'altra".
Il Governo deve decidere anche un' eventuale "partecipazione diretta" nell'Ilva nel caso non si trovasse una soluzione, ha poi detto Camusso: una chiusura dello stabilimento, infatti, "aprirebbe uno scenario di disperazione per il lavoratori, per Taranto e per tutto il Paese, con la perdita di un settore industriale importantissimo". Quanto all'Aia messa a punto dal governo, "è una premessa ma non è sufficiente: il lavoro del governo sull'Aia è stato utile ma ora bisogna fare l'ultimo passo", conclude Camusso.
Sull'ipotesi di un intervento diretto, seppur temporaneo, dello Stato nell'Ilva, come chiede la Cgil, è fredda la Uil: "Forse se l'acciaieria è pubblica non inquina più?", ha commentato il leader Luigi Angeletti a Radio anch'io.
La chiusura dell'Ilva di Taranto "sarebbe una catastrofe" le cui dimensioni "cresceranno con il passare dei mesi" e creeranno "una ripercussione dal punto di vista della credibilità del Paese". Per Angeletti, dopo, "sarà impossibile convincere qualcuno a investire in Italia. La cosa peggiore è non avere né il lavoro né il risanamento".
"Non stiamo seguendo la strada di sollevare un conflitto di attribuzione con la magistratura" davanti alla Corte Costituzionale sul caso Ilva, dice il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini a Radio Anch'io su Radio1 Rai. "Noi non abbiamo seguito questa strada, stiamo semplicemente richiamando l'esercizio delle competenze attribuite dalle leggi, che devono essere rispettate da tutti', ha spiegato il ministro. Che sull'impegno economico necessario per risolvere la questione, anche in chiave di bonifica ambientale, ha aggiunto: "Gli interventi prescritti con l'Aia hanno una dimensione attorno ai 3 miliardi di euro, Ilva ha presentato al ministero dell'Ambiente il piano degli interventi, noi lo abbiamo approvato. Noi ci aspettavamo che il piano di interventi cominciasse ad essere efficace due giorni fa, lunedi scorso" e con il decreto allo studio del governo "puntiamo a far ripartire l'iter".