Press "Enter" to skip to content

Dopo l’invito di Bersani Napolitano a Parigi afferma: nessun partito può candidare Monti

"Un senatore a vita non si può candidare al Parlamento perché già parlamentare. Non può essere candidato di nessun partito". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi a Parigi. "Non è particolare da poco e qualche volte si dimentica", ha aggiunto il capo dello Stato in una dichiarazione che, al di là del riferimento alle leggi vigenti, ha un sapore 'politico' dopo le dichiarazioni di ieri di Pierluigi Bersani.

Dopo le elezioni qualunque partito potrà chiedere a Mario Monti un impegno o un contributo e indicarlo nelle consultazioni con il presidente della repubblica, per l'incarico di presidente del Consiglio. Giorgio Napolitano rispondendo ai giornalisti all'ambasciata italiana a Parigi ha spiegato quale potrebbe essere il ruolo dell'attuale premier. "Dopo le elezioni chiunque volesse potrà chiedergli un contributo, un parere, un impegno", ha detto il capo dello Stato spiegando che "quando il mio successore farà le consultazioni, quella è la sede in cui ognuno può esprimere la preferenza sul conferimento dell'incarico di formare il governo".

E' ovvio che "tutti hanno diritti politici" ma Mario Monti "è stato nominato dal Presidente della Repubblica senatore a vita proprio per sottrarlo dalla mischia", è il ragionamento del segretario Pd ribadito anche oggi, e quindi "non credo sia utile che si metta nella mischia". Bersani, ai microfoni di Rtl, riafferma la convinzione che il premier debba restare super partes rispetto alla campagna elettorale. Anche perché a quel punto diventerebbe il candidato naturale per il Quirinale: "Monti è preziosissimo per il Paese", ha sottolineato ancora una volta il leader Pd.

Su Monti leader aveva scommesso, invece, una parte del centrodestra. "E' evidente che, se c'è Monti, Casini, Montezemolo e anche Alfano devono fare un passo indietro per il bene del Paese - spiegava l'ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un'intervista al Corriere della Sera - Una grande federazione di moderati avrebbe possibilità di vittoria con qualsiasi legge elettorale. Scompaginerebbe il quadro politico e darebbe un interprete non eguagliabile, assieme a Mario Draghi, a chi crede nella prospettiva europeista".

"Non posso sentirmi in sintonia con chi scimmiotta la destra estrema di Le Pen e pone veti preventivi su uno statista come Monti", afferma Frattini. "Sono contento che Giorgia Meloni si candidi, ponendo i suoi amici ex An di fronte a un'operazione trasparenza, ma io non potrei stare in un partito in cui prevalesse la pulsione lepenista". Per questo, prosegue Frattini, "propongo ad Alfano, che io sostengo, di fare chiarezza correndo contro Giorgia Meloni in nome dell'agenda Monti, dell'europeismo e del popolarismo. Al segretario del Pdl suggerisco di presentarsi alle primarie esibendo il manifesto approvato a Bucarest dal Ppe".