Chi pensa che con questa riforma elettorale si arrivi al Monti - bis è da ricovero. Ci sarebbe la palude e l'ingovernabilità. Lo tsunami , non per il pd , ma per l'Italia". Pier Luigi Bersani stronca così l'ipotesi di riforma della legge elettorale.
"Se non si garantisce la governabilità, noi ci metteremo di traverso. Dietro questa riforma c'è una logica furba del 'muoia Sansone con tutti i filistei', ma io sono fiducioso che si possa migliorare". Bersani annuncia le barricate del Pd se la riforma elettorale in discussione non prevede un premio al primo partito.
"Casini morirà di tattica. Io spero che metta la barra dritta a un certo punto e decida dove andare". Pier Luigi Bersani, critica la mancanza di chiarezza della linea politica del leader Udc.
"Al di là delle battute - aggiunge il segretario Pd - in Europa ci sono fenomeni regressivi e populisti e poi fronti liberali che discutono con forze progressiste. Quando Monti è Hollande sono d'accordo, è un socialista che discute con un liberale con qualche venatura conservatrice".
"Certo nessuno è suddito di nessuno, siamo tutti italiani e certamente Casini non è un mio suddito". Pier Luigi Bersani ha controreplicato al leader dell'Udc che non aveva gradito quel 'morirà di tattica' con cui il segretario del Pd aveva commentato in mattinata la linea sulla legge elettorale. Detto questo, ha aggiunto, a margine di una manifestazione al Teatro Eliseo, "arriva il momento nel quale bisogna decidere, come sulla legge elettorale. voglio credere e credo che alla fine Casini e l'Udc rifletteranno per il meglio non del Pd ma dell'Italia". Il bene degli italiani, ha aggiunto, "è un meccanismo che garantisca la governabilità. Pongo il tema tranquillamente e giudico che possa comprendere".
"Nel futuro Monti deve continuare a dare una mano, si discuterà con lui come. Certo, al prossimo giro ci vuole una maggioranza politica, poi il tasso di tecnicismo è sempre possibile. Non voglio il ritorno della politica politicante e ricordo che noi siamo quelli di Ciampi, di Padoa Schioppa". Così Pier Luigi Bersani, in un incontro promosso da Left, torna a sostenere che il premier Mario Monti dovrà restare in politica.
"Io partirei dal fatto che i ricchi devono pagare le tasse perché raddoppiare o triplicare lo zero non e' un grande incasso". Pier Luigi Bersani, risponde così all'annuncio del presidente americano Barack Obama di voler alzare le tasse ai più ricchi. "Me la sono molto presa - aggiunge Bersani - con le Cayman e con i paradisi fiscali perché in questo momento la ricchezza sa dove andare e scappa mentre la povertà- resta".
"Ieri polemizzavo con Gasparri, anche un tecnico è un cittadino e può fare il ministro. Ma non ho prenotato nessuno, Vendola ci ha ricamato su". Pier Luigi Bersani torna così sull'apertura fatta da lui ieri alla presenza di Elsa Fornero in un governo del Pd, suscitando la rabbia di Nichi Vendola.
"Sull'art. 18 la soluzione trovata è di equilibrio. Poi il 2013 è un anno elettorale e quindi il referendum non si può fare. Ricordo poi che l'ultimo referendum sul lavoro lo ha votato il 24% dei cittadini. Bisogna riflettere sull'effetto boomerang del referendum". Bersani, risponde così sul referendum per ripristinare l'art. 18 promosso dalla sinistra e dall'Idv.