«Se E.On ha deciso definitivamente di imboccare questastrada nei confronti del nostro territorio, sappia che non godrà più di nessunaapertura di credito, a iniziare dalla valutazione di impatto ambientale da cuidipende, tra le altre cose, la proroga ministeriale per l’utilizzo dei gruppi 1e 2». È il grido di battaglia con cui il presidente della Provincia di Sassari,Alessandra Giudici, questa mattina ha portato la solidarietà di tutto il NordOvest Sardegna ai lavoratori della centrale elettrica di Fiumesanto e a quellidell’indotto che ruota intorno al sito energetico di proprietà dellamultinazionale tedesca.
Stamattina il presidente si è presentata ai cancelli dellostabilimento, dove da alcuni giorni va in scena la civilissima protesta deglioperai. A loro inizia a venire il sospetto «che tutto questo senso di civiltàsia meno fruttuoso delle azioni scomposte e disordinate prodotte altrove», comedicono i diretti interessati riferendosi al fatto che la crisi del Sulcis,quanto meno, nei prossimi giorni sarà al centro della visita in Sardegna deiministri dello Sviluppo economico e della Coesione territoriale, CorradoPassera e Fabrizio Barca. E allora Alessandra Giudici rassicura. «Roma eCagliari si sono dimenticate di noi, ma ci siamo attivati per chiedere alladelegazione governativa che martedì prossimo venga anche nel nostro territorioo incontri gli attori istituzionali, sociali ed economici di quest’area»,spiega il presidente della Provincia.
Al momento, tuttavia, la priorità di tutti quelli chestazionano di fronte ai cancelli di Fiumesanto è capire come esigere da E.Onquello che deve a questo territorio. «Non solo non stanno facendo gliinvestimenti dai quali dipende lo sviluppo produttivo di questo sito inun’ottica di sostenibilità e di efficienza – spiegano tutti i lavoratoridurante il confronto con il presidente – ma stanno contraendo i loro costiall’inverosimile, riducendo spaventosamente anche le spese per la manutenzioneordinaria degli impianti». Risultato, «ormai questa è diventata anche unaquestione di sicurezza ambientale e di incolumità fisica – riferiscono glioperai ad Alessandra Giudici con visibile preoccupazione – e l’incredibileserie di incidenti avvenuti di recente lo conferma».
Nei giorni scorsi il presidente della Provincia, insieme alsindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, aveva contestato pubblicamente E.On eaveva chiesto l’intervento della Regione per esigere il rispetto degli impegnipresi ufficialmente, nero su bianco, attraverso la sottoscrizione di accordiche «al momento restano lettera morta», come Alessandra Giudici ha ribaditoanche stamattina. Oggi Alessandra Giudici, insieme agli altri attori istituzionalidell’Area di crisi industriale e alle forze sindacali, si è attivata perrichiedere formalmente che «in occasione dell’arrivo dei ministri di Monti inSardegna la “questione Nord Ovest Sardegna”, e quella di E.On in particolare,non siano trascurate». In attesa che il governo regionale e quello nazionale«si rendano pienamente conto della gravità della situazione che stiamoaffrontando, anziché lasciarci soli come hanno fatto finora», resta una solastrada, e a indicarla al presidente Giudici sono proprio i lavoratori. «Bisognaimpedire con ogni mezzo a E.On di proseguire in questo piano scellerato – è larichiesta – che mortifica ogni prospettiva, rende precario il lavoro, mette arepentaglio la sicurezza e rischia di danneggiare gravemente l’ambiente». Com