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Aumentano del 300% le balene nel Tirreno Centrale tra la Sardegna e Civitavecchia

Uno studio dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Ricerca ela Protezione Ambientale del Ministero dell’Ambiente) recentemente pubblicatosull’importante rivista scientifica Marine Ecology ha documentato come negli ultimi anni,rispetto a venti anni fa, gli avvistamenti della balenottera nel TirrenoCentrale sono notevolmente aumentati (+300%). L’Ispra ha ripreso nel 2007 amonitorare un transetto marino lungo la rotta Civitavecchia-Golfo Aranci abordo di traghetti di linea utilizzando la stessa metodologia di ricercautilizzata dall’associazione Accademia del Leviatano alla fine degli anni ’80.

Paragonando i risultati dei mesi estivi per tre anniconsecutivi con oltre 700 avvistamenti di cetacei si è giunti alla conclusioneche la balenottera è la specie con il maggiore numero di avvistamenti nellaregione.

In particolare è stata individuata un’area a est dellaSardegna, dove è elevato il numero di avvistamenti della balenottera. Dal 2011la ricerca continua ad ovest dell’isola, e nelle Bocche di Bonifacio, perverificare la presenza ed il passaggio attraverso le bocche.

Luca Marini, presidente dell’Associazione Accademia delLeviatano e coautore della ricerca, conferma come il Tirreno Centralenell’ultimo decennio si sia trasformato da una regione di transito durante lemigrazioni ad un’area di sosta per le balene. L’aumento di balenottere nelTirreno centrale non significa un aumento generalizzato della popolazionemediterranea, ma solo che l’area del Tirreno Centrale viene più utilizzata. Lemotivazioni, ci dice, potrebbero essere da ricercare sia nei cambiamenticlimatici in atto che hanno reso la regione ricca di clorofilla sianell’aumento del traffico marittimo della regione del Santuario Pelagos.

Le balenottere, infatti, vengono avvistate sempre negli spotcon i valori più alti di clorofilla ed il network di ricerca ha documentatocome con l’aumentare del traffico marittimo siano minori gli avvistamenti dibalene.

Luca Marini ci dice inoltre come la ricerca si è avvalsa didiversi ricercatori che si sono alternati sui traghetti e di come è statofondamentale il supporto della Fondazione Cariciv per lo studio realizzato.

Ispra dal 2007 coordina il network di ricerca che monitoracetacei utilizzando traghetti di linea della Corsica-Sardinia Ferries e dellaGrimaldi Lines. A questa rete di monitoraggio fanno parte, tra le altre, la FondazioneCima , l’Università di Pisa, Pelagos France, Gis3m e l’associazione sicilianaKetos.

Questa metodologia di ricerca, utilizzata anchenell’Atlantico, permette di poter monitorare periodicamente i trend didistribuzione delle popolazioni di cetacei anche in zone di mare altoaltrimenti difficilmente raggiungibili, il tutto a costi ridotti.

Il network di ricerca ha individuato tra il mar Ligure ed ilMar Tirreno delle aree, lungo le rotte marittime, ad alta densità di cetacei.In queste zone sarebbe auspicabile una regolamentazione nella navigazione,nelle aree ad alto avvistamento, al fine di evitare potenziali collisioni tranavi e grandi cetacei, anche sfruttando il recente decreto, che ha istituitouna zona di protezione ecologica, che ha allargato la giurisdizione italianaanche in acque internazionali. Com