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Di Pietro dopo l’abbraccio mortale con Grillo ed il grillismo manda in frantumi il suo partito.

Ormani nell'Idv è guerra aperta. Massimo Donadi attacca apertamente Di Pietro e definisce l'ipotesi di ticket con Grillo come l'accoppiata dei rivoluzionari populisti messicani 'Zapata-Pacho Villa". L'ex pm non replica a caldo ma entra nel merito delle polemiche in seguito alla puntata di Report sulla sue gestione dei fondi di partito: "Piu' che di disattenta informazione, trattasi di scientifica opera di killeraggio politico, portata avanti da chi vuole, a tutti i costi e da anni oramai, distruggere il mio nome e tentare di bloccare l'azione politica dell'Idv, partito di cui sono stato il fondatore e sono ancora il Presidente".

La convocazione straordinaria di una assemblea generale a dicembre e la prospettiva di un congresso non sono riuscite ad arginare la guerra interna al partito. Anzi sembrano aver fatto da detonatore alle lotte intestine in corso da tempo. Di Pietro è sempre in maggiore difficoltà e a poco gli è valsa la 'difesa' di Beppe Grillo che, al contrario, gli ha procurato non poche critiche.

In primis quelle di Donadi che si dice pronto a lasciare il partito "se si ascoltano le sirene grilline". Le correnti interne dell'Idv si stanno dunque organizzando in vista del congresso.

Il ticket Di Pietro-Grillo non piace neanche al Pd. Pier Luigi Bersani lo giudica "non utile al Paese ne' come modello democratico, ne' come direzione di marcia". Per il Pdl, invece, e' solo un tentativo del blogger genovese di prendersi partito e voti dell'ex Pm, una sorta di 'bacio della morte'.

Ma le critiche più aspre arrivano dal partito e fanno leva anche sulle polemiche per la puntata di 'Report' in merito alla gestione dei fondi dell'Italia dei Valori da parte di Di Pietro.

Donadi, capogruppo alla Camera, rompe gli indugi e sfida apertamente il suo leader: Il "declino di Di Pietro - spiega il parlamentare veneto - e' simile a quello di Berlusconi". Parole pesantissime che lasciano poco spazio alle ricuciture.

Di Pietro, dal canto suo, sul suo blog replica alle accuse di 'Report' (anche se non cita mai la trasmissione di Rai 3) e presenta le "visure catastali, dalle quali ci si puo' facilmente rendere conto che i figli non sono affatto proprietari di '15 case' ma solo di due appartamentini" comprati con i suoi "risparmi" e quelli della moglie.

Ma nell'Idv c'è anche chi difende il leader. La senatrice Patrizia Bugnano si schiera "al fianco" dell'ex pm e si rivolge direttamente a Donadi: "Se il progetto iniziale dell'IdV riprenderà vigore non vorrà dire che si sta cedendo alle sirene dell' antipolitica di Grillo".

Il movimentista Francesco Barbato definisce "democristiano" l'atteggiamento di Donadi e lo accusa di voler "portare l'Idv verso il Pd con logiche della vecchia partitocrazia". Anche Zazzera attacca Donadi: "Ha dimenticato di essere capogruppo? - afferma - Faccia chiarezza per farci capire a quale progetto sta lavorando".

Tacciono, invece, i sindaci Leoluca Orlando e Luigi de Magistris, indicati insieme a Donadi come i principali antagonisti di 'Tonino' in vista del congresso. Donadi, che invoca l'esecutivo del parto quanto prima, avrebbe preso contatti con il Pd. Se dovesse ottenere la guida del partito appare probabile un accordo con i democratici in vista del voto del 2013. Significativa sara' l'assemblea generale di dicembre: in quella occasione si stabilira' la data per il congresso, una convocazione immediata significherebbe una affermazione della linea Donadi nel partito. In caso contrario, con un congresso rinviato a dopo il voto, i giochi sarebbero chiusi. Anche in questa ottica vanno letti le mosse di de Magistris e la sua 'lista arancione' dei sindaci.

Di Pietro, invece, stringe con Grillo. Negli anni i rapporti tra i due sono andati a corrente alternata: momenti di grande amore ma anche di forte rivalità. In molti temono 'l'abbraccio mortale' del leader del M5S. Per Elio Veltri, cofondatore e accusatore numero uno di Di Pietro, "Grillo promette una cosa che sa di non poter mantenere, ma ruba a Di Pietro i voti e il partito".