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Angelo Stochino (PdL): “Il patto di stabilità potrebbe inficiare pesantemente l’applicazione delle nuove regole per il pagamento dei fornitori della P.A.”

Rischia di fallire, almeno in Sardegna, l’iniziativa del Governo nazionale che ha fissato in 30 giorni (60 giorni per la sanità) l’attesa massima affinché la pubblica amministrazione saldi i debiti con i fornitori».
Lo da dichiarato Angelo Stochino, consigliere regionale del PdL.
«Se è vero che queste nuove regole dovrebbero dare una boccata d’ossigeno alle imprese – prosegue il consigliere regionale – il patto di stabilità, rigido e inflessibile che sta penalizzando e vincolando la spesa della nostra regione, sicuramente renderà inefficace l’iniziativa del governo Monti».

«Su questa problematica – insiste Stochino – occorre evidenziare la sofferenza patita da tante imprese sarde che da tempo vantano importanti crediti con la Pubblica amministrazione e che per questo rischiano il fallimento. E non solo. Sono tantissime anche le amministrazioni comunali che a causa del patto di stabilità, si vedono negare dalla Regione trasferimenti importanti e necessari».

«Un vero e proprio interrogativo che deve essere chiarito e risolto a livello nazionale – precisa – per cercare di attenuare, in tempi brevi, quelli che sono gli attuali crediti che vantano le imprese nei confronti della Pubblica amministrazione e portare, poi, a regime, quanto previsto da queste nuove regole».

«Per questo motivo, e con più insistenza, l’Esecutivo dovrà  chiedere al Governo Monti che vengano riviste e allentate le regole sul patto di stabilità così da consentire alla nostra regione di mettere in campo anche quelle risorse disponibili sulla carta, ma che ancora non sono spendibili perché vincolate dal tetto di spesa».

«In assenza di questo provvedimento urgente – conclude Angelo Stochino – bene farà il Presidente Cappellacci a mettere in atto l’annunciato sforamento del patto di stabilità perché la sussistenza in vita delle imprese che producono beni, servizi e occupazione, di questi tempi è più importante rispetto all’applicazione di regole e regolamenti europei che, se non corretti e rivisti, stanno provocando danni insanabili all’economia».