Minacce di ritirare la fiducia a questo governo "non si possono fare", per il semplice fatto che "non si può chiamare minaccia qualcosa che a noi non toglierebbe niente", se non "un'attività di governo che non abbiamo ricercato".
Il presidente del consiglio Mario Monti, in conferenza stampa con il premier spagnolo Mariano Rajoy, ostenta indifferenza di fronte ai duri attacchi del suo predecessore Silvio Berlusconi che ha ventilato la possibilita' di staccare la spina al governo del Professore. Ma avverte anche che a risentire di un'eventuale caduta dell'esecutivo, non sarebbe certo lui, ma il paese. "Le conseguenze? Chiedetele ai mercati", dice nel giorno in cui lo spread è tornato a salire e Piazza Affari ha chiuso in negativo. Il Prof dunque tira dritto.
E i risultati del voto in Sicilia sembrano aver rafforzato l'Esecutivo, è la convinzione in ambienti parlamentari della maggioranza, allontanando il rischio di qualcuno possa togliergli la fiducia. Al momento 'SuperMario' non ha in programma alcun vertice con 'Abc' sulle prospettive del governo anche se viene confermata la volonta' di venire incontro ai partiti della maggioranza nell'apportare modifiche alla legge di stabilita' senza pero' modificarne l'impianto ed i saldi.
E' stato fatto tutto il possibile, si ragiona in ambienti dell'esecutivo, affinche' ci siano le condizioni per poter governare, ma la tenuta politica spetta ai partiti, la responsabilita' e' loro. In ogni caso, si lavorera' perche' i sacrifici degli italiani non siano vanificati. In pubblico la chiave del premuier e' quella dell'ironia: "per ragioni che mi sfuggono - dice il professore - lo spread e' tornato a salire". Non sara' per le dichiarazioni di Berlusconi? Gli chiedono i giornalisti. "Prendero' in considerazione anche questa ipotesi alla quale non avevo pensato, ancorche' sia molto complessa e problematica la materia spread" ribatte Monti.
Che non si nega qualche stoccata, senza mai citare direttamente Berlusconi: "L'Italia non dimentica - qualche volta qualche italiano sa - di essere stata tra i padri fondatori dell'Europa". E ancora: "Siamo convinti che in paesi come i nostri l'interesse nazionale coincida con l'interesse europeo". Resta il fatto che i mercati hanno risposto chiaramente all'ipotesi di un possibile terremoto politico in Italia. E chi in queste ore ha parlato con il professore lo descrive come "preoccupato" e "sorpreso" dalla violenza degli attacchi dell'ex premier, che pochi giorni prima aveva appoggiato la politica di Monti.
Molti osservatori internazionali, anche durante la tappa a Madrid, avrebbero infatti chiesto a Monti chiarimenti sulla consistenza delle minacce berlusconiane. Domanda certamente rivolta dal Professore a Franco Frattini che si trovava - insieme a Enrico Letta - sull'aereo che ha portato Monti a Madrid. Attesi al foro di dialogo italo-spagnolo, Frattini e Letta, in volo, avrebbero infatti avuto un colloquio privato con il premier, tutto dedicato alle esternazioni del cavaliere.
Insomma il professore non starebbe affatto sottovalutando le parole del Cavaliere, "errore da non fare", secondo il portavoce Pdl, Daniele Capezzone. Ma cercando piuttosto di capirne la consistenza. Convinto che in un momento così delicato per il paese sia necessario un segnale di responsabilita' da parte dei partiti. E continuando in pubblico a ostentare la sicurezza di chi sa di essere "stato chiamato a dare un contributo in un momento difficile" per il paese.
"Credo che la cosa migliore - ha detto in conferenza stampa - sia che continuiamo a fare il nostro lavoro con orizzonte primavera 2013 come è sempre stato nei nostri intendimenti e come il presidente della Repubblica e il parlamento ci hanno chiesto". Del resto i risultati non mancano. Tanto che Monti e' tornato a rassicurare sul fatto che l'Italia "non ha bisogno dello scudo anti-spread", avvertendo pero' che "e' molto importante che, una volta attivato in via di principio, questo strumento sia operativo e non solo una costruzione teorica".
Il professore ha poi ribadito il suo scetticismo sulla proposta del supercommissario Ue, rilanciata dal presidente Bce Mario Draghi. Proponendo "sempre nuove prove di virtù fiscale", ha detto, si rischia di "dare ai mercati, che sono un po' sempliciotti", l'impressione che gli strumenti che già esistono "non funzionino".