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Edilizia – Piano Casa Sardegna: solo un mese di tempo per presentare le richieste ai Comuni.

Il Piano Casa della Sardegna scade esattamente fra un mese. Ovvero c’è tempo solo fino a giovedì 29 novembre per usufruire dell’opportunità di ampliare la propria abitazione o un qualsiasi altro immobile, presentando la Dia o richiedendo la concessione edilizia al relativo Comune di appartenenza. In ogni caso, i lavori dovranno essere terminati entro i ventiquattro mesi successivi.

Questo dispone la Legge Regionale 21/2011, che ha prorogato e modificato il cosiddetto “Piano Casa Sardegna” (L.R. 4/2009).
“E’ necessario e utile che il Piano Casa venga prolungato di almeno 1 anno – affermano Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e Giovanni Battista Idda, Presidente Regionale degli Edili Confartigianato Sardegna – perché i dati dell’Assessorato agli Enti Locali, al 30 settembre scorso, parlano già di 18.800 domande presentate. Infatti, dopo una iniziale e grave incertezza nell’applicazione la nuova Legge, i Comuni stanno finalmente attivando tutte le potenzialità dello strumento normativo. Se applicato correttamente, il “Piano” è ossigeno per le imprese edili e una interessante opportunità per le famiglie”.

“Questa – continua Murgianu - è una concreta occasione per riqualificare il patrimonio edilizio esistente che spesso si presenta incongruo, in stato di degrado o con elevati consumi energetici”.

“Sappiamo che la “leggina” di proroga è stata già licenziata dalla Commissione Urbanistica del Consiglio Regionale, anche se con il voto contrario dell’Opposizione, – puntualizza il Presidente di Confartigianato – e si attende il passaggio in Aula per il voto definitivo: per questo lavoriamo per contattare tutti i Consiglieri e spiegare le ragioni di un auspicato rinvio dei termini di scadenza”.

“Capiamo che all’interno della massima Assemblea Regionale ci siano opinioni opposte – sottolinea Murgianu -  ma non capiamo, e ci dispiace, che si parli solo di “deregulation urbanistica” e di “aiuto ai soliti noti”. Facciamo presente a tutti, che gli artigiani lavorano rispettando sempre le leggi e soprattutto non possono essere definiti i “soliti noti”. Anzi, soprattutto per una ampia fascia di Esponenti Politici e Amministratori, gli artigiani sono assolutamente i “consueti ignoti” ed è questo il dramma. Non vorremmo che dietro questi “altolà” ci fosse l’ennesima azione di demonizzazione del comparto edile e, per questo, vorremmo invitare tutti a fare attenzione a non bloccare una, auspicata e auspicabile, ripresa dell’edilizia”

Murgianu conclude con una riflessione: “Una legge che doveva essere provvisoria è al quinto anno di vita, non perché debba divenire stabile ma solo perché, come tante volte accade in Italia, un provvedimento di tale misura ha bisogno di tempi “tecnici” molto lunghi da parte della P.A. prima di essere realmente efficace secondo le intenzioni iniziali, e non per questo i cittadini e le nostre imprese devono pagarne le conseguenze”.
“A oggi non sappiamo se la nostra richiesta di proroga verrà accolta - aggiunge il Presidente Regionale degli Edili Confartigianato Sardegna, Giovanni Battista Idda – per questo è necessario che gli interessati si affrettino nel presentare le pratiche perché i tempi sono molto stretti”.
“In ogni caso, la nostra Associazione, attraverso i propri delegati territoriali – continua Idda - continuerà l’azione di coinvolgimento e convincimento dei Consiglieri Regionali, anche nelle loro circoscrizioni elettorali”.

Confartigianato Imprese Sardegna, infine annuncia che nella prima metà del mese di novembre, verrà organizzato un Convegno Regionale per analizzare le norme e le problematiche burocratiche che hanno rallentato l’applicazione del “Piano” e, soprattutto, per chiarire le opportunità offerte dalla Legge Regionale.

L’Associazione degli Artigiani ricorda come la Legge voglia incentivare il rilancio dell’edilizia, puntando su più direttrici come la riqualificazione e la qualità architettonica, il miglioramento del rendimento energetico e la vivibilità delle abitazioni.

Tra gli interventi previsti, la demolizione e la ricostruzione o l’ampliamento di edifici esistenti, e il recupero di seminterrati, sottotetti, piani pilotis e locali al piano terra, che rispettino i requisiti igienico sanitari e le prescrizioni sull’agibilità.

Gli incrementi volumetrici massimi previsti, salvo casi particolari, vanno dal 30 al 39% del volume esistente.

La maggior parte di questi interventi, dovranno rispettare i parametri delle leggi sul risparmio energetico che impongono la riduzione di almeno il 15% del fabbisogno di energia primaria. Per questo è necessaria la certificazione energetica degli edifici. Com