Dopo la sentenza di condanna per frode fiscale "sicuramente ci saranno delle conseguenze, mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia ed evitare che ad altri italiani possano capitare queste cose".
L'ho ha detto Silvio Berlusconi durante un intervento al Tg5.
Alla base della sentenza di condanna per frode fiscale, secondo Berlusconi potrebbe esserci il fatto che il giudice D'Avossa "è molto prevenuto contro di me e non rispetta la Cassazione, perchè anche nel '98 una sua sentenza contro di me è stata abrogata dalla Cassazione che mi ha assolto con formula piena, o forse in tutto questo si devono trovare motivazioni di natura politica".
L'ex premier dice che la Cassazione lo ha "assolto con formula piena sulla stessa materia riconoscendo che, da quando sono sceso in campo, non ho mantenuto alcun potere gestorio sul mio gruppo e su Mediaset".
"Quella contro di me è un'ipotesi fantascientifica per evadere l'1% delle imposte" comunque versate ha detto ancora Berlusconi "Tra il 2006 e il 2010 ho versato 5,44 miliardi. Nessun gruppo versa tanto" ha aggiunto Berlusconi sostentendo che nel 2002 gli vengono contestati evasioni per "4,9 milioni di euro contro i 365 versati dal mio gruppo all'erario" ed analoga e' la proporzione nel 2003.
"Respingiamo con fermezza attacchi e offese: non si può assolutamente parlare di sentenza politica e barbarie" così reagisce il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, replicando alle critiche sulla sentenza Mediaset arrivate dall'ex premier Berlusconi e esprimendo "solidarieta"' ai magistrati di Milano.
"Esprimo solidarietà ai magistrati di Milano, destinatari ancora una volta di offese di fronte alle quali hanno sempre reagito con compostezza", ha aggiunto Sabelli poco prima del Comitato direttivo dell'Anm. E rispetto alle critiche arrivate in questi giorni anche su altre sentenze come quella sul terremoto dell'Aquila, "Il problema - ha detto - non sono le critiche, che sono sempre consentite, ma devono essere critiche composte". Sabelli ha detto inoltre che di questo tema "discuteremo oggi nel Comitato direttivo".
Quattro anni di carcere. E' una condanna pesante, ancora più alta della richiesta della Procura, quella per Silvio Berlusconi, accusato, come "dominus indiscusso del gruppo", di essere stato il beneficiario dei fondi neri creati con "un'imponente evasione fiscale" attraverso il "sistema" della compravendita dei diritti tv Mediaset da lui creato e gestito anche dopo il suo ingresso in politica.
Vicenda per la quale Fedele Confalonieri, a differenza del leader del Pdl che ha beneficiato di tre anni di indulto, e' stato assolto con formula piena. Gli avvocati Niccolo' Ghedini e Piero Longo hanno parlato di decisione "assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali", mentre l'ex premier di "accanimento" dei giudici.
La sentenza, arrivata al temine di un processo che tra una sospensione e l'altra si è trascinato per sei anni, è stata 'firmata' dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano, Edoardo D'Avossa, presidente del collegio, Maria Teresa Guadagnino e Irene Lupo.
Dopo quattro giorni di camera di consiglio, in un palazzo di Giustizia oramai semi vuoto ma in un'aula - quella che e' stata teatro di un altro processo a carico dell'ex premier, sul caso Sme - 'stracolma' di avvocati, giornalisti e cameraman, i giudici a metà pomeriggio hanno pronunciato il loro verdetto.
L'ex capo del Governo, imputato di frode fiscale per 7,3 milioni di imposta evasa al netto degli anni coperti da prescrizione, e' stato ritenuto colpevole cosi' come gli allora manager Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e il produttore statunitense, suo "socio occulto", Frank Agrama (3 anni): tutti insieme dovranno versare 10 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate a titolo di provvisionale.
In più l'ex presidente del Consiglio si è visto interdire per 5 anni dai pubblici uffici e, tra l'altro, per 3 dagli uffici direttivi delle imprese (una pena accessoria che scattera' casomai la sentenza dovesse diventare definitiva).
La severa condanna di ieri di Berlusconi, la quarta in primo grado su 33 processi e che verra' impugnata entro 15 giorni dalla difesa, si fonda, come hanno spiegato i giudici nelle loro motivazioni contestuali, sul fatto che fu lui a ideare, creare e sviluppare il "sistema che consentiva la disponibilità di denaro separato da Fininvest ed occulto".
Un sistema, quello della compravendita dei diritti tv, "congegnato e strutturato con mezzi e modalita"' da chi aveva "un potere indiscusso e generale" con un "duplice fine": una "imponente evasione fiscale" e la "fuoriuscita" di denaro "a favore di Silvio Berlusconi", il "dominus indiscusso del gruppo" e proprio colui che aveva quel "potere indiscusso" e "necessario per alimentare, ovunque ve ne fosse la necessita', l'operativita' del meccanismo delittuoso".
Insomma l'ex capo dell'esecutivo viene indicato come il principale responsabile di un sistema illegale: è sua, per i magistrati, "la pacifica e diretta responsabilità" nello "sviluppo del sistema" che avrebbe portato avanti anche dopo il suo ingresso in politica con "una particolare capacità a delinquere mostrata nel perseguire il disegno criminoso" e con cui si sarebbe arricchito ai danni dello Stato ma anche del suo stesso gruppo, per altro, truffato.
Assolti invece con formula piena, oltre a Confalonieri, anche Giorgio dal Negro e Marco Colombo, mentre e' stata dichiarata la prescrizione del reato per altre quattro persone tra cui il fondatore di Arner Bank. Con la sentenza di oggi i giudici milanesi hanno tagliato il traguardo del primo grado. Entro 15 giorni i difensori dell'ex capo del Governo ricorreranno in appello. Si aprirà dunque un nuovo capitolo di un processo che alla fine del 2014 verra' sepolto dalla prescrizione.
Processo diritti tv: 4 anni a Berlusconi per frode fiscale, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e tre anni di interdizione dalla gestione delle aziende.
Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale al processo sui diritti tv di Mediaset. Il Pm aveva chiesto 3 anni e 8 mesi. I giudici hanno condannato a 3 anni Frank Agrama, l'uomo di affari di origine egiziana, di cui secondo l'accusa Berlusconi sarebbe stato il socio occulto.
Silvio Berlusconi è stato anche condannato all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e a tre anni di interdizione dalla gestione delle aziende, ma la misura non è immediatamente esecutiva perché si tratta di una sentenza di primo grado.
Oltre a Silvio Berlusconi sono tre gli altri imputati al processo sul caso Mediaset che condannati oggi a Milano: Frank Agrama condannato a 3 anni di reclusione e gli ex manager Daniele Lorenzano Gabriella Galetto, rispettivamente a 3 anni e otto mesi e a un anno e due mesi.
Le altre sei persone finite sotto processo, tra cui il fondatore della Arner Bank Paolo Del Bue e Giorgio Dal Negro sono state assolte per prescrizione o con formula piena.
I giudici: da Berlusconi naturale capacità a delinquere - I meccanismi di compravendita dei diritti televisivi e cinematografici di Mediaset hanno portato alla luce una ''naturale capacità a delinquere'' di Silvio Berlusconi, ''mostrata nella persecuzione del disegno criminoso''. Lo scrivono i giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza di condanna emessa nel pomeriggio nei confronti dell'ex capo del governo. Per il tribunale di Milano ''non si può ignorare la produzione di un'immensa disponibilità all'estero ai danni dello Stato e di Mediaset che ha consentito una concorrenza sleale ai danni delle società del settore''. In un altro passaggio delle motivazioni, i giudici milanesi si soffermano sulla ''rilevante gravità della vicenda criminosa'' commessa da Silvio Berlusconi e dagli altri imputati, vicenda ''caratterizzata da una rilevantissima entità di importi sottratti al fisco e al perseguimento di fini in modo pervicace per un periodo durato vent'anni''.
Una "condanna politica", una "accusa totalmente fuori dalla realtà". Silvio Berlusconi non ha dubbi sulle reali motivazioni che hanno spinto il Tribunale di Milano ad emettere una sentenza di condanna nei suoi confronti a 4 anni di reclusione più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Il Cavaliere decide di commentare a caldo, ma via telefono, e sceglie il telegiornale di Italia Uno per dire la sua. "Ero certo di essere assolto da un'accusa totalmente fuori dalla realtà". E insiste: "E' una condanna politica, incredibile e intollerabile. E' senza dubbio una sentenza politica come sono politici i tanti processi inventati a mio riguardo".
Quindi, Berlusconi nega che ci sia un nesso tra la decisione di annunciare, l'altro ieri, il suo passo indietro e la sentenza di oggi: "No, nessuna connessione assolutamente", scandisce. Poi, l'ex premier torna alla carica: "Non si può andare avanti così", aggiungendo un sibillino "dobbiamo fare qualcosa". Infine, l'affondo: "quando non si può contare sull'imparzialità dei giudici in un Paese, questo Paese diventa incivile, barbaro e invivibile e cessa anche di essere una democrazia. E' triste ma oggi il nostro Paese è così".
"Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali. Addirittura non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del Giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi". Lo affermano in una nota congiunta i legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, commentando la sentenza Mediaset.
"Straordinaria è poi la circostanza che non si sia attesa la decisione della Corte Costituzionale in ordine al conflitto sollevato, il che potrà comportare l`annullamento del processo - sottolineano i due legali -.
I legali che faranno appello scrivono: "È auspicabile che in Corte d`appello vi possa essere atmosfera diversa, con l`assunzione di tutti i testi a difesa immotivatamente negati, e con il pieno riconoscimento dell`insussistenza dei fatti e dell`innocenza dell'onorevole Berlusconi".