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Dichiarazione del consigliere regionale del Gruppo Consiliare “Sardegna è già domani” Roberto Capelli

Non condivido in nessuna parte la proposta della giunta e dei “referendari consiliari” in merito alla riforma del sistema delle Province. Continuo a sostenere che il Referendum ha decretato la fine di tutte e otto le Province sarde e che è arrivata l’ora che la Sardegna eserciti pienamente i poteri derivanti dallo Statuto di autonomia decidendo sull’architettura istituzionale del governo del territorio al di la dei vari decreti del Governo Nazionale.

Anche a seguito dell’ audizione dei rappresentanti del Cal, Anci e Ups in commissione riforme che hanno rappresentato percorsi e tesi non del tutto collimanti,  - ha scritto il consigliere regionale del “Sardegna è già domani” Roberto Capelli - ritengo che si debba riformare l’intero impianto della Regione solo ed esclusivamente attraverso l’Assemblea Costituente composta da membri eletti, e non ricandidabili a successivi ruoli elettivi. Confermo l’idea che, a mio avviso, le amministrazioni provinciali, tutte, debbano andare a naturale scadenza anche per consentire il percorso di riforma dello Statuto, e quindi costituzionale, che interessi la realizzazione di una nuova  e più adeguata architettura istituzionale della nostra Regione Autonoma.

Ribadisco – ha concluso Capelli - che oltre le Province va rivista l’istituzione Regionale, anche alla luce delle positive esperienze maturate in altre regioni nazionali ed europee. Ecco perché propongo, da tempo – ed è stato uno dei motivi di rinuncia alla delega di relatore in commissione -, la tesi di istituire due Province autonome in Sardegna che, contestualmente alle 8 Province esistenti, cancelli e ripensi la Regione superando i campanilismi, l’attuale centralismo e riconsegnando ruolo e autonomia gestionale ai territori.