Nei giorni scorsi è stato eseguito con successo, nell'Ospedale San Francesco di Nuoro, un intervento che, in Italia, viene effettuato solo in centri di alta specialità.
Si tratta di una procedura mininvasiva per il trattamento dell'aneurisma dell'aorta sovra-renale; ovvero di quel segmento critico di aorta che coinvolge i vasi viscerali e renali.
Ad eseguirlo il Dottor Gian Franco Fadda, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare del nosocomio nuorese e la sua Equipe, coadiuvato dal Dottor Costantino Di Angelo, e la preziosa collaborazione del Servizio di Anestesia, con il Dottor Marco Falchi, del personale tecnico e infermieristico della Radiologia e della Sala Operatoria (Sebastiano Ladu, Maria Lucia Piras, Agnese Mazzette, Giuseppina Pinna ed Anna Lutzu).
La procedura è stata eseguita con metodica endo-vascolare, utilizzando un'endoprotesi studiata su misura, con fenestrature che garantiscono il flusso di sangue agli organi addominali. Questa procedura viene eseguita praticando soltanto due piccoli accessi femorali, risultando, dunque, del tutto mininvasiva. Se eseguito con tecniche di chirurgia tradizionale, il trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale che coinvolge i vasi viscerali avrebbe previsto, al contrario, un ampio accesso chirurgico, per permettere al chirurgo di sostituire la parte danneggiata con una protesi e reimpiantare i vasi viscerali. Inutile dire che si trattava di un intervento dalla natura altamente invasiva, a differenza di quest'ultima metodica che può essere condotta senza anestesia generale, presenta tempi di degenza molto ridotti e tassi di mortalità e complicanze molto inferiori rispetto alla chirurgia tradizionale. Il paziente, che ha tollerato la procedura brillantemente, è stato dimesso in terza giornata.
«La complessità dell'intervento eseguito – spiega nel dettaglio il Dottor Fadda – sta nel progettare una protesi "su misura", che riproduca perfettamente l’anatomia del vaso malato sulle ricostruzioni in 3D dell'angio-TC dell'aorta del paziente. La protesi, per mezzo di un sistema di rilascio , viene adagiata nel vaso del paziente in posizione millimetrica e di seguito vengono inserite, in corrispondenza dei vasi viscerali e renali, ulteriori “estensioni” protesiche che mantengono la pervietà dei vasi, una volta escluso l'aneurisma, il tutto passando dall'arteria femorale con una piccola incisione all'inguine.
Da segnalare che quello di Nuoro è il terzo intervento eseguito in Italia con l'utilizzo di questa specifica protesi di nuova generazione, dopo due casi precedenti a Bologna (Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico Sant'Orsola-Malpighi), e prima di un quarto intervento simile, eseguito nell'Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri di Roma. Com