Press "Enter" to skip to content

Silvestro Ladu: “Non possiamo restare arroccati in difesa delle attuali province”.

La spending review, rispondendo agli obblighi europei che impongono il raggiungimento del pareggio di bilancio, all’art. 17 introduce importanti novità che riguardano le province.

Il treno è già in corsa, anche le regioni a Statuto Speciale, quali la Sardegna, hanno sei mesi di tempo per adeguare i propri Statuti all’art. 17 del dl 95/2012 che è del 06/07/2012.

Significa che entro il 7 gennaio 2013 deve essere tutto definito.
Nel frattempo ci sono specifici adempimenti da rispettare che riguardano le regioni (entro il 31 ottobre la pubblicazione della legge) e i comuni interessati.

I criteri per l’istituzione delle nuove province si basano sul parametro popolazione residente (non inferiore a 350000) e superficie territoriale (non inferiore a 2500 km2).

Le nuove province devono possedere entrambi i requisiti, salvo qualche eccezione.

I tempi sono stretti e si registra un ritardo complessivo da parte di regione, province e comuni.

La provincia di Nuoro, le sue forze politiche, sociali, economiche e sindacali devono subito buttare il sasso nello stagno e avviare il dibattito in merito.

Cosa si vuole fare? Ritengo che rimanere fermi, arroccati in difesa dell’esistente sarebbe un grave errore storico e senza prospettive.
In teoria in forza dell’art. 43 dello Statuto Speciale della Sardegna (che individua le tre province storiche di Cagliari, Sassari e Nuoro) la prov. di Nuoro potrebbe essere al sicuro nel senso che pur non avendo i requisiti richiesti, non può essere cancellata né dalla legge sulla spending review, né da nessun altra, perché lo Statuto della Sardegna che la prevede è legge di rango costituzionale.

Per essere soppressa bisogna modificare la Costituzione, quindi fare un doppio passaggio in Parlamento sia alla Camera che al Senato, cosa molto improbabile visti i tempi ristretti in conseguenza della scadenza naturale della legislatura fissata nella prossima primavera.

Anche il risultato dei referendum, dei quali dobbiamo essere rispettosi, deve fare i conti con questa realtà. Questo non significa che la provincia di Nuoro debba rimanere ferma, anche perché in questa nuova rimodulazione delle province molti comuni ed intere aree territoriali saranno chiamate a fare una scelta.

Fra le varie possibilità, che potrebbero interessare l’ente barbaricino, si sta ipotizzando l’istituzione della provincia Tirrenica, accorpando nello stesso ente il nuorese, la Gallura, l’Ogliastra e altre zone limitrofe, considerato che le due province regionali in questione saranno sicuramente soppresse.

Al momento la Gallura sta abbracciando con un certo interesse tale ipotesi, più problematica la situazione dell’Ogliastra, viste anche le diverse prese di posizione, che dovrà decidere se confluire nel mare magnum della provincia di Cagliari oppure giocarsi un ruolo nella costituenda provincia Tirrenica.

Qualunque sia la scelta noi la rispetteremo, così come abbiamo fatto al momento della sua istituzione, che devo dire non è stata indolore, ma in quell’occasione è stata data priorità al rispetto della sua autonomia.

Si potrebbe in questo modo formare una nuova provincia che ha molte affinità storiche e culturali, che risponde ad entrambi i requisiti e che avrebbe anche buone prospettive dal punto di vista sociale ed economico sfruttando al meglio il binomio mare-montagna, che potrebbe creare nuove sinergie valorizzando l’economica agricola, ambientale e turistica, sullo sviluppo delle quali sono riposte molte speranze.

Le strutture portuali, aeroportuali, universitarie, stradali ed economiche in generale viste in una prospettiva d’insieme si completano e potrebbero essere la carta vincente per il rilancio dell’intero territorio.

La proposta non può che partire dalla base coinvolgendo tutte le popolazioni interessate, che dovrebbero essere le vere protagoniste di questa nuova stagione riformista che apre nuovi scenari sociali ed economici, valorizzando al meglio le risorse umane e materiali del territorio. Com