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Carceri: Sdr, detenuto Buoncammino chiede aggravamento, Inps gli sospende pensione

“Percepiva la pensione di invalidità di 270 euro mensili dal 2006. I problemi cardiopatici e di circolazione che lo costringono a muoversi con le stampelle si sono aggravati. Ha inoltrato quindi apposita domanda e l’INPS gli ha sospeso l’erogazione del sussidio”. E’ l’amara vicenda che ha per vittima-protagonista Angelo Dentis 55 anni, cagliaritano, ricoverato nel Centro Diagnostico Terapeutico di Buoncammino, disperato perché senza alcun sostegno economico. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che con il segretario Gianni Massa ha avuto un colloquio con l’interessato.

“E’ assurdo – afferma Caligaris – che l’INPS neghi la pensione di invalidità civile dinnanzi a un quadro sanitario definito e le cui peculiarità sono tali da non poter regredire. Una persona affetta da disturbi così gravi da comprometterne la funzionalità motoria non può improvvisamente aver riacquistato la salute. La sospensione di un diritto acquisito, in particolare per i cittadini privati della libertà, genera uno stato di marcata depressione. Si aggiunge a una condizione di forte disagio e provoca reazioni talvolta irrazionali”.

“La condizione psicologica di chi sconta una pena – sottolinea la presidente di SDR – è quasi sempre di afflizione per l’errore commesso a cui si intende rimediare ma spesso è accentuata da condizioni economiche di totale indigenza. La pensione per un’invalidità riconosciuta e incontrovertibile evita alla persona detenuta di sentirsi un peso per i compagni di cella e permette di disporre di una piccola somma per quando sarà riacquistata la libertà”.

“Nel mio caso – ha spiegato Angelo Dentis – mi è stato riferito che per riottenere la pensione dovrò rifare completamente la trafila come se non avessi avuto alcun riconoscimento precedente. Sono certo che non mi potrà essere negato un diritto in quanto le mie condizioni di salute sono effettivamente peggiorate non riesco però a comprendere perché nel frattempo dovrò vivere di beneficenza. Si tratta di un’ingiustizia”.

“La sospensione della pensione di invalidità in casi come questo si configura – conclude Caligaris – come un abuso da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza con conseguenze non sempre prevedibili. Pur con il rigore necessario, l’INPS dovrebbe sempre tenere nella dovuta considerazione la condizione oggettiva in cui si trovano le persone coinvolte spesso senza nessuno che le accudisca e soggette a profonde crisi depressive”. Com