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Ultimi ritocchi al dl anti corruzione, Catricalà nell’occhio del ciclone

Slitta alle ore 18 il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti presentati al Senato dal ministro della Giustizia Paola Severino al Ddl anticorruzione giovedì scorso. Le modifiche riguardano gli emendamenti della Severino al traffico di influenze illecite, alla corruzione tra privati e al collocamento fuori ruolo dei magistrati. Catricalà chiede un super commissario, Patroni Griffi non ci sta: "La priorità è approvare la legge".

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio spiega al Messaggero che ritiene opportuno un emendamento al Ddl anticorruzione che istituisca un supercommissario scelto dal governo ed eletto a maggioranza qualificata dal Parlamento per rafforzare la Commissione incaricata della prevenzione della corruzione.

"Come ogni opera umana anche la legge anticorruzione all'esame del Senato può essere imperfetta - avverte Pierluigi Mantini, responsabile Riforme Istituzionali Udc - ma è necessario che sia approvata ora senza aprire troppe questioni. Si possono rafforzare i poteri dell'Autorità e anche le fattispecie relative ai reati di riciclaggio e falso in bilancio. Ma riaprire il vaso di Pandora delle modifiche, dopo dieci mesi di esame da parte del governo, può significare non approvare la legge e ciò sarebbe molto grave. Abbiamo fiducia nella attenta mediazione dei ministri Severino e Patroni Griffi e nel senso di responsabilità del parlamento".

"Anche noi avremmo voluto che il provvedimento sulla corruzione fosse la sede per abrogare la legge Cirielli - dice da parte sua la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro - per indurire le pene che riguardano il reato di concussione, per reintrodurre il falso in bilancio e norme sull'autoriciclaggio. Ma consideriamo essenziale approvare entro questa settimana il provvedimento anticorruzione senza lasciare alibi a chi voglia mettere altro tempo in mezzo".

"La questione che pone il sottosegretario Catricalà, e le sue preoccupazioni, sono serie e legittime, ma - sostiene Anna Finocchiaro - vanno affrontate con un provvedimento a parte. Interrogarsi sulla funzione del controllo, sull'adeguamento delle sue strutture, sulle competenze è giusto ma io ritengo sbagliato che tutto questo venga affrontato attraverso un emendamento al ddl sulla corruzione, la cui lunga e tormentata vicenda parlamentare sembra avviata, finalmente, a soluzione grazie anche all' autorevole intervento del ministro Severino".

"Non siamo soddisfatti del Ddl anticorruzione - dice Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato - E' debole, si poteva fare molto di più e molto meglio. Ma a causa dei veti incrociati ci troviamo di fronte ad un testo che equivale ad un aspirina per un malato terminale: un Paese che dopo vent'anni di berlusconismo regala ad evasori e corrotti ben 180 miliardi di euro".

"Senza norme contro l'autoriciclaggio o il falso in bilancio - aggiunge - l'anticorruzione è poca cosa e non so proprio se è questo che ci chiedono gli italiani, anche perché vedo in giro ancora furbizie e giochetti sotto banco. Oggi leggo che il PdL non ha ancora ritirato i suoi emendamenti. Se il Ddl anticorruzione continuerà ad essere un gioco al ribasso ed essere strumento di ricatto, l'IdV si chiamerà fuori".

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