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Tutti nel PdL in attesa che zar Berlusconi finisca il ‘bunga bunga’ russo e Frattini afferma: un reset non basta

"Berlusconi lasci il Pdl, lo regali a chi se lo vuole tenere". Non ha mezze misure il suggerimento di Giancarlo Galan, ex ministro ed ex presidente della Regione Veneto, all'ex presidente del Consiglio. "Noi - spiega in una intervista a Qn - facciamo con lui una roba nuova, diversa, buona, che assomigli a Forza Italia, aggiornata al 2013".

Galan pensa a un partito leaderista "come era Forza Italia": quindi "niente congressi, niente tessere, niente correnti". Galan attacca quello che chiama "il cerchio tragico" di palazzo Grazioli, perché "noi proponiamo idee e metodi liberali ma di liberali veri, ahimè, lì non ce n'è uno". E per il futuro, prevede, il Pdl "si federerà con Forza Italia".

Nel partito intanto cresce a dismisura l'insofferenza per l'interminabile incertezza di Silvio Belrusconi nell'annunciare o meno la propria candidatura a premier alle prossime elezioni politiche. Lui, Silvio Berlusconi, diserta il derby di Milano e va al compleanno di Putin in Russia. I bene informati lo descrivono deluso, tradito dal delfino Alfano, che non ne vuole sapere di azzerare tutto per rifare una Forza Italia con volti sconosciuti. L'ex premier avrebbe maturato la convinzione di un segretario, Alfano appunto, ormai prigioniero dei parrucconi del partito.
Non sembra in linea con Alfano, però, neppure un altro big del PdL, Franco Frattini, che al Corriere della sera chiede una rottamazione del Pdl.

Rinnovamento? E' unaparola superata", afferma. "Serve qualcosa di più forte, non si può andare avanti con questo Pdl e non basta riformarlo. Occorre cambiare tutto, o quasi. Non basta resettare il partito. Dobbiamo immaginare qualcosa di più forte".

"Non è solo - sottolinea l'ex ministro degli Esteri - una questione di nome, anche se so che lo stesso Berlusconi non lo ama più. Ormai questo nome, o brand come lo chiamano, è oggetto di scherno. E diventato l'acronimo di Partito delle liti o Partito dei ladri. Nessuno ricorda più il significato originale. E' una cosa su cui le persone perbene non possono più transigere".

Frattini fissa anche dei paletti che sembrano spingere in direzione della separazione dagli ex An: "Ora lo dico con grande chiarezza: i valori di destra sono importanti ma il reset deve far nascere una forza popolare moderata, non conservatrice. Non possiamo tenere al nostro interno chi dubita dell'integrazione europea o chi ha in mente referendum populisti su euro e Europa. Penso - precisa - alle parole di Bianconi, Meloni, Corsaro".