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Csl: via libera dalla giunta provinciale di Sassari ma dalla Regione non arrivano né i soldi né il decreto attuativo

«L’attività dei Centri servizi per il lavoro proseguirà sino al 31 dicembre per garantire un fondamentale servizio pubblico, ma a oggi non ci risulta alcun decreto della Regione di assegnazione delle risorse previste in esecuzione della legge 17». È in questa presa di posizione il punto di vista della giunta provinciale rispetto alla vicenda che da un anno – ma forse è più corretto dire da più di sette anni – non trova soluzione: quella dei Csl e dei servizi sperimentali erogati attraverso i collaboratori selezionati nel 2005 e prorogati più volte, in attesa che la Regione ridisegni la mappa dei servizi dell’ex collocamento e definisca con un Master Plan funzioni, competenze, risorse umane e finanziarie di ciascuno.

Stavolta l’appello è in un atto ufficiale: la delibera di giunta approvata stamattina all’unanimità, «ma seguiranno altri passi formali per chiedere conto all’assessore Liori di questo inspiegabile ritardo», annuncia il presidente Alessandra Giudici. «Non abbiamo ricevuto i soldi previsti dalla legge 17, che riparava alla cassazione della precedente norma regionale – spiega – e non abbiamo notizia del decreto attuativo che consenta agli uffici di assumere comunque un impegno di spesa».

Nella delibera di giunta il concetto è espresso in maniera perentoria, perché «la Provincia di Sassari non accetterà mai di assumersi la colpa di una vicenda che ha altre responsabilità», insiste Alessandra Giudici con rammarico per una querelle che ha minato la stabilità della maggioranza di sala Sciuti, con prese di posizione antitetiche tra le diverse componenti della coalizione, dentro e fuori il palazzo.

L’atto approvato dall’esecutivo nella seduta odierna ripercorre le principali tappe del percorso. «Per superare le criticità emerse per la prosecuzione dell’attività del personale impiegato nei Csl, nei Cesil e nelle Agenzie di sviluppo, il 6 giugno è stato sottoscritto un “Accordo regionale dei servizi per il lavoro” tra assessore regionale, Province e sindacati per non interrompere i servizi», ricorda la delibera. «Con l’accordo si dichiara che prosegue la fase sperimentale dei servizi», è la precisazione seguente.

Non solo. «Quasi tutti i lavoratori impiegati dalla Provincia di Sassari, reclutati attraverso la misura 3.1 del Por 2000/2006, hanno dedotto l’illegittimità dei contratti di collaborazione e hanno preannunciato azioni legali per vedere riconosciuta la natura subordinata dei rapporti di lavoro, la nullità del termine, la conversione a tempo indeterminato e il risarcimento dei danni subiti», ricorda il dispositivo della delibera.

«La Provincia, per assicurare la prosecuzione dei servizi sino al 31 dicembre, ha avviato una mediazione con i sindacati – è scritto – per individuare una conciliazione che consentisse la celere riattivazione dei servizi sospesi il 30 aprile con la prosecuzione dei rapporti di collaborazione». Invece «il tentativo di mediazione e conciliazione attivato dalla Provincia non ha avuto esito positivo».

Fin qui gli eventi che hanno reso specifica, unica e anomala la situazione di Sassari, ma la delibera della giunta provinciale ricorda poi che «la normativa con cui la Regione Sardegna intendeva assicurare la prosecuzione delle attività dei Csl e la prosecuzione dei contratti del personale in servizio è stata giudicata incostituzionale». Motivo per cui si è arrivati alla legge approvata lo scorso 20 settembre, in ossequio alla quale la Provincia ha fatto oggi tutto ciò che era in suo possesso. «Ma senza soldi e senza decreto attuativo siamo nuovamente legati mani e piedi», aggiunge Alessandra Giudici. «La Regione si muova, almeno per limitare i gravissimi danni prodotti dall’assenza, dopo oltre sette anni, di un progetto organico di organizzazione dei servizi per il lavoro in Sardegna». Com-red