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V Meeting Progetto Ue Cooperazione “Fd 2008/947/Jha”, a Cagliari.

Sono iniziati oggi, all’Ersu di Cagliari, i lavori del quinto Meeting internazionale “Criminal Justice Programme 2007/2013” organizzato dal Ministero per la Giustizia - Dipartimento per la Giustizia minorile con l’obiettivo di analizzare e approfondire la Decisione Quadro dell’Unione europea (2008/947) relativa al riconoscimento delle sentenze e delle decisioni di sospensione condizionale della pena e misure di probation (alternative e sostitutive) tra i diversi membri Ue per la loro applicazione in paesi diversi da quelli in cui sono state disposte.

Al meeting internazionale partecipano come uditori anche dieci ricercatori della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Cagliari grazie alla decisione del Consiglio di amministrazione dell'Ersu che ha ritenuto opportuno offrire un'occasione di approfondimento riguardante un tema così attuale in Europa.

Alla prima giornata dei lavori hanno partecipato la dott.ssa Daniela Noli, presidente Ersu-Cagliari, la dott.ssa Isabella Mastropasqua (Dirigente Centro Giustizia Minorile Sardegna), la dott.ssa Mirella Demontis (Direttore UEPE Cagliari), la dott.ssa Marinella Polo, Presidente Tribunale per i Minorenni di Cagliari, il prof. Leonardo Filippi, ordinario di Diritto processuale penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cagliari, il dott. Michele Ciarpi (Funzionario Dipartimento Amministrazione Penitenziaria di Roma); Dott. Ugo Bressanello Presidente Associazione “Domus de Luna”.

Il presidente dell’Ersu, Daniela Noli, introducendo i lavori e dando il benvenuto ai partecipanti, si è detta orgogliosa di ospitare il quinto meeting internazionale per “l’importanza del tema che riguarda l’Europa intera”.

“Ritengo che questo incontro sia un grande segno di civiltà e un importante passo verso quell’unità di intenti che dovrebbe contraddistinguere l’Europa e dunque tutti gli Stati membri, attualmente uniti quasi esclusivamente dalla moneta unica, in quanto se la Commissione europea ha formalmente poteri così come il Parlamento, di fatto non è legittimata ad utilizzarli.

Ringrazio dunque il Dipartimento per la Giustizia minorile e il Centro Giustizia minorile in Sardegna per lo straordinario lavoro che stanno portando avanti affinché anche in Italia, come in altri Paesi membri,  possa essere recepita quanto prima la decisione Quadro 947 del 2008 relativa all’applicazione del principio di un reciproco riconoscimento delle sentenze e delle decisioni relativamente alle persone sottoposte alle misure alternative alla pena”.

“La dott.ssa Isabella Mastropasqua (Dirigente Centro Giustizia minorile Sardegna), nel confermare che la “Decisione Quadro dell’Unione europea (2008/947) non è stata ancora recepita dall’Italia”, ha auspicato che “il nostro Paese possa quanto prima esaminare le direttive europee in materia”, perché – ha riferito durante i lavori del meeting internazionale – “secondo gli ultimi dati l’Italia fa un ricorso massivo alla detenzione rispetto ai Paesi del resto d’Europa, nonostante le ultime statistiche ci dicano che le pene alternative  per i minori riducano la recidiva dei reati, così come avviene per i detenuti adulti, per i quali - secondo gli ultimi dati del Dipartimento Amministrazione penitenziaria – i casi di recidiva si attestano al 68%, quando le pene si scontano in carcere”.

“I casi di recidiva aumentano del 44% nei casi di detenuti stranieri – ha aggiunto la dott.ssa Mastropasqua – bisogna dunque puntare sulla centralità del lavoro sociale. La Sardegna, su questo fronte, – ha sottolineato - sta facendo molti passi avanti grazie ai numerosi progetti educativi che si stanno concretizzando e che hanno cambiato la vita a tanti stranieri che sono riusciti a tornare ad una vita normale e serena, se non addirittura a costruire una famiglia nell’Isola”.

Una rilevazione del Dap del 2007 attesta dunque – secondo tutti gli esperti -  la via da seguire: “Le misure alternative al carcere”. Perché – hanno confermato – la recidiva, in base alle statistiche, è del 19% contro il 68% quando la pena si sconta in prigione.

D’accordo il prof. Leonardo Filippi (ordinario di Diritto processuale penale), che intervenendo al dibattito, ha ribadito quanto il tema affrontato durante il meeting “sia importantissimo” soprattutto “per l’efficacia delle pene alternative sulle quali – ha detto – bisogna puntare con forza”.
“L’Italia è in grave ritardo rispetto a quanto deciso dall’Europa – ha sottolineato Filippi – poiché vi è il rischio altissimo di recidiva del reato, come confermato dai dati del Ministero della Giustizia”.

La dott.ssa Marinella Polo, Presidente Tribunale per i Minorenni di Cagliari, pur ribadendo il forte ritardo dell’Italia - ha parlato degli strumenti legislativi “d’avanguardia” soprattutto in materia di minori: “Il sistema penale minorile italiano è uno dei più moderni – ha sottolineato – in quanto i minori vengono seguiti costantemente grazie alla convergenza del lavoro fra magistrati e assistenti sociali. Speriamo comunque che l’Italia possa quanto prima recepire la Decisione quadro dell’Europa.

Il progetto - Il Progetto, della durata di 18 mesi, prevede la cooperazione dei tre Ministeri (romeno, italiano e irlandese) per l’implementazione della Decisione Quadro del Consiglio dell’Unione Europea n° 947 del 27 novembre 2008 relativa all’applicazione del reciproco riconoscimento delle sentenze e delle misure di probation, in vista della supervisione delle misure di probation e alternative alla detenzione nell’ambito Ue.

Tale Decisione Quadro, modificata con la D.Q. n° 299/2009, prende avvio dall’obiettivo dell’UE di sviluppare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia di cui gli Stati membri devono avere una medesima comprensione, “basata su principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché dello Stato di diritto”.

 Nell’ambito della Cooperazione giudiziaria e di polizia, al fine di garantire un elevato livello di sicurezza per tutti i cittadini, è stato sancito nel 1999 e adottato nel 2000 un programma di misure per attuare il principio del reciproco riconoscimento delle decisioni penali, nel quale il Consiglio dell’U.E. si è pronunciato a favore della Cooperazione nel settore della sospensione condizionale della pena e della liberazione condizionale (quali misure di probation).

Con la Decisione Quadro 909/2008 GAI viene previsto il reciproco riconoscimento delle sentenze penali e l’esecuzione delle pene detentive o misure restrittive della libertà personale all’interno dell’U.E. Le disposizioni di tale D.Q. sono state attuate nell’ordinamento interno italiano dal Decreto Legislativo 7 settembre 2010 n°161, ai fini della loro esecuzione.

Nell’ambito di quanto sancito dall’art. 18 del Trattato Ue (diritto dei cittadini di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri), la Decisione Quadro 947/2008 GAI prevede pertanto, alla luce di quanto sopradetto, il principio del mutuo riconoscimento di sentenze e decisioni di probation al fine di permettere ad una persona condannata e sottoposta ad una misura di probation in uno Stato Ue, di poter eseguire tale misura in un Paese diverso da quello di emissione, anche se non è lo Stato di residenza. La finalità principale è sia quella di favorire e rafforzare il reinserimento del soggetto, il quale ha la possibilità di mantenere i propri legami familiari, linguistici e culturali, ma anche quella di migliorare la sorveglianza di queste misure, evitando la possibilità di recidiva, con una maggior tutela sia della persona offesa che della società nel suo complesso.

La Decisione Quadro stabilisce all’art. 25 che gli Stati membri devono conformarsi  alla stessa entro il 06 dicembre 2011, ma non risulta allo stato attuale una norma interna italiana che abbia recepito tali disposizioni, così come invece per la succitata D.Q. 909/2008 (D. Lgs. 161/2010).

Nell’ambito del progetto transazionale in oggetto, sono stati già realizzati quattro meeting (tre in Romania e uno in Irlanda), durante i quali con la presenza di operatori del settore dei tre Paesi (di probation e assistenti sociali), nonché di magistrati, sono stati esaminati i diversi sistemi di probation, le sentenze, le misure di sospensione condizionale e le sanzioni sostitutive. Sono stati inoltre analizzati dei casi studio concreti da eseguire nei diversi Stati partner.

Durante i meeting sono state inoltre presentati dai rappresentanti irlandesi e romeni i lavori preparatori in vista del recepimento nella legislazione nazionale degli obblighi imposti dalla D.Q. Com