“Trattamento discriminatorio? Non c’è nulla di vero, soprattutto perché nelle strutture della Asl di Olbia non è mai passato alcun Mario Angeletti”. A fare la precisazione è Maddalena Lendini, direttore del Centro Trasfusionale della Asl di Olbia, che oltre a precisare come nei centri di Olbia, Tempio e La Maddalena, non sia mai stato “registrato” alcun nuovo o vecchio donatore con questo nome, intende fare alcune importanti precisazioni sull’argomento.
“L’esclusione di alcuni cittadini dalla donazione non dipende dall’orientamento sessuale, ma semmai dai “rapporti sessuali a rischio”, questo vale sia per gli eterosessuali che per gli omosessuali. Un donatore, per esser tale, deve rispondere a determinati requisiti, il tutto a tutela di chi riceve la trasfusione”, aggiunge la Lendini.
Per donare sangue bisogna avere almeno 18 anni, pesare più di 50 Kg ed essere in buone condizioni di salute.
Quando un nuovo “potenziale” donatore si presenta nei centri di Olbia, Tempio o La Maddalena, viene “accettato”, e quindi registrato, dalla segreteria del centro Trasfusionale; il donatore deve quindi compilare (questo vale sia per i nuovi o per i vecchi donatori) un questionario anamnestico, utile per far emergere eventuali comportamenti o situazioni di rischio per la trasmissione di malattie infettive.
Il questionario fa un’indagine sullo stato di salute generale, su pregresse malattie o interventi chirurgici, sull’assunzione di farmaci, comportamenti a rischio (come uso di alcool e stupefacenti, rapporti sessuali a rischio) o viaggi all’estero. “Il questionario, che deve esser sottoscritto dal donatore che quindi si prende la responsabilità di quanto dichiarato, se fatto con coscienza consente a noi operatori di scartare dalla donazione i casi che un esame di laboratorio potrebbe non evidenziare: nel senso che i microrganismi possono essere trasmessi al paziente attraverso la trasfusione o la somministrazione di emoderivati. Per le infezioni esiste un periodo di “incubazione” o “latenza” all’interno del quale i test danno esito negativo: tutti questi controlli sono finalizzati a garantire la qualità e la sicurezza del sangue per salvaguardare la salute dei pazienti destinatari delle trasfusioni, che rischierebbero seri danni per sangue “potenzialmente” a rischio”.
La norma prevede una sospensione di 4 mesi per i rapporti sessuali, sia etero che omosessuali, occasionali a rischio di trasmissione di malattie infettive e i rapporti sessuali con persone infette o a rischio di infezione da Hbv, Hcv, Hiv; inoltre è motivo di non idoneità permanente avere un comportamento sessuale che espone la persona ad un alto rischio di contrarre gravi malattie infettive trasmissibili col sangue (ad esempio nei rapporti a pagamento). Tra i fattori che portano ad una sospensione della donazione rientrano anche l’agopuntura, i tatuaggi, il body piercing, ma anche accertamenti endoscopici e le cure odontoiatriche.
Compilato il questionario, spetta al medico del centro Trasfusionale procedere con l’anamnesi e a valutare ogni singolo caso e decidere quindi se avviare o meno il paziente alla donazione. “Dei circa 8.000 donatori che annualmente si presentano nei centri della Asl di Olbia circa il 10% viene scartato in seguito alla valutazione di idoneità, non certo per una forma di discriminazione”, conclude la Lendini. Com