Press "Enter" to skip to content

Si chiude domani a Nuoro la sedicesima edizione del Sieff, la rassegna internazionale di cinema etnografico organizzata dall’Isre.

Gran finale, a Nuoro, per la sedicesima edizione del Sieff, il Sardinia International Ethnographic Film Festival promosso dall'Isre (Istituto Superiore Regionale Etnografico). Dopo sette, intense giornate di proiezioni, momenti di approfondimento e di riflessione con la presenza e i contributi di antropologi ed etnografi di caratura internazionale, la rassegna giunge domani (22 settembre) al suo traguardo: all'Auditorium del Museo Etnografico, preceduta nella mattinata (con inizio alle 9) dall'ultima serie di proiezioni, la proclamazione e la premiazione dei vincitori del concorso internazionale per documentari di interesse etnoantropologico suggella alle 18 la manifestazione.

Sono quarantatré i film in lizza, scelti tra i duecentocinquantasei pervenuti al comitato selezione del SIEFF composto da David MacDougall (regista ed etnografo del Centre for Cross-Cultural Research dell'Australian National University a Canberra), Marc-Henri Piault (antropologo e presidente del Comité du Film Ethnographique di Parigi) e dal direttore generale dell'ISRE Paolo Piquereddu. Il compito di esprimere i verdetti spetta invece alla giuria composta dagli antropologiPaolo Chiozzi (Università di Firenze), Judith MacDougall (Australian National University di Canberra), Antonio Marazzi (Università di Padova), Colette Piault (presidente della Société Français d'Anthropologie Visuelle) e Rossella Ragazzi(dell'Università norvegese di Tromsø). Quattro gli allori in palio: il Premio per il miglior film prodotto e ambientato in paesi del Mediterraneo, il Premio per il miglior film di autore sardo, il Premio per il film più innovativo (ciascuno dell'importo di 6.200 euro) e, su tutti, il Premio "Grazia Deledda" per il miglior film (del valore di 10.350 euro).

Intorno all'atteso momento delle premiazioni, la giornata conclusiva del festival è scandita da una fitta serie di appuntamenti. Si parte alle 9 con la proiezione degli ultimi sei documentari in concorso ancora da visionare. Il primo, "Un cammino lungo un giorno", di Filippo Ticozzi (2011 / Italia / 15min), racconta le giornate e i pensieri dei bambini di El Poshte, un villaggio delle montagne del Guatemala collegato alle città da un lungo e impervio sentiero. "Masters of Overtone Singing - Maîtres de chant diphonique" di Jean-François Castell (2011 / Francia / 52min), testimonia invece l'incontro in Mongolia tra quattro maestri del canto difonico e un giovane etnomusicologo francese che convince gli artisti a formare un gruppo per tenere una serie di concerti nel suo Paese. Con "Francilene - Storia di una quebradeira" di Stefania Donaera (2011 / Italia / 26min) la rassegna sbarca idealmente nel Nordest del Brasile, tra le donne addette alla raccolta e alla lavorazione dei frutti del babaçu, una particolare palma da cocco.

Le lavoratrici vengono chiamate qebradeirasu, ovvero "spaccatrici", di cocco e Francilene è una di loro. Il quarto film in scaletta, "Per noi il cinema era 'Proibito'" , di Sergio Naitza (2011 / Italia / 29min), ricostruisce la storia di "Proibito", il film di Mario Monicelli ispirato al romanzo "La madre" di Grazia Deledda e interpretato da Mel Ferrer, Amedeo Nazzari, Lea Massari. Il documentario rievoca i paesaggi e i set originali del lungometraggio girato nel 1954 in Sardegna attraverso i ricordi delle comparse e del regista. Si resta in Sardegna anche con i due ultimi filmati in programma. "Il passo dei misteri", di Giovanni e Paolo Angeli (2012 / Italia / 30min), documenta i riti, i volti, l'atmosfera della settimana santa di Cuglieri, con immagini raccolte nel corso di una lunga e mai conclusa ricerca dal fotografo Nanni Angeli associate alla musica del fratello, Paolo. "L'uomo d'argento", di Marta Anatra (2011 / Italia / 20min), è invece il ritratto di Alberto, un attore di strada che da sei anni intrattiene e diverte i passanti del centro di Cagliari. Il documentario lo segue durante il lavoro, nelle prove e nella sua vita quotidiana, raccogliendo i suoi sogni e le sue preoccupazioni.

Fuori concorso, si proietta alle 16 un'opera centrale nella produzione documentaristica sulla Sardegna degli ultimi decenni: "Tempus de Baristas", del regista ed etnografo australiano David MacDougall. In serata, infine, dopo la cerimonia di premiazione e la proiezione del film vincitore del Premio Grazia Deledda, la chiusura ufficiale del SIEFF 2012 si affida alla musica del chitarrista, pianista e compositore Battista Giordano alla testa del suo sestetto, con il soprano Paola Puggioni,Carlos Garfias e Alessio De Vita ai violini, Francesco Pilia alla viola e Luca Pischedda al violoncello. Sul palco dell'Auditorium del Museo Etnografico a partire dalle ore 21, con ingresso gratuito.

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »