L'anno scolastico 2012-2013 è incominciato senza che in Sardegna sia stata data attuazione al processo di digitalizzazione avviato dal ministero dell'Istruzione. Tutto ciò nonostante la Regione sarda abbia adottato già dal 2010 un innovativo progetto che prevede la gestione telematica dei rapporti scuola-famiglia con la distribuzione di tablet e netbook ai circa 200mila studenti e ai circa 20mila docenti sardi e delle lavagne telematiche nelle circa 10mila classi dell'Isola. Ma perché il progetto Scuola Digitale - che avrebbe posto la Regione sarda all'avanguardia nell'innovazione tecnologica, avrebbe consentito alle famiglie notevoli risparmi nella spesa per i libri di testo (circa 350 euro all'anno per uno studente delle scuole superiori) e avrebbe consentito un impiego sistematico di tanti docenti precari sardi - è stato cambiato in corsa dalla Regione che, tre soli giorni prima della scadenza, ha revocato il bando per modificare radicalmente il progetto? Perché non è pubblicamente consultabile sul sito internet della Regione Sardegna la delibera con cui, a ridosso dello scorso Ferragosto, la Giunta Cappellacci, ha rivisto il meccanismo di finanziamento del progetto (in precedenza finanziato con 125 milioni provenienti dal Por Sardegna)? E perché non è stata data attuazione all’Accordo quadro concordato lo scorso 18 luglio a Cagliari tra il ministro e il Presidente della Regione Ugo Cappellacci che - “per favorire il raccordo tra Regione Sardegna e MIUR e garantire una sinergia costante tra le diverse iniziative (dunque dare finalmente gambe anche al progetto Scuola Digitale) - prevede la costituzione di una Commissione paritetica composta da due rappresentanti indicati dal Ministero dell’istruzione e da due rappresentanti indicati dalla Regione”?
Lo chiede il deputato dell'Italia dei Valori Federico Palomba in una interrogazione indirizzata al ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo.
«In base alla revisione della spesa pubblica avviata dal Governo - afferma l'esponente dipietrista - a partire da quest'anno istituti e docenti avrebbero dovuto adottare pagelle e registri online, inviare le comunicazioni alle famiglie con posta elettronica e permettere l'iscrizione online agli istituti scolastici i modo da tagliare sensibilmente le spese di gestione dell'intero sistema. Eppure gli istituti scolastiche dell'isola non sono ancora in possesso delle attrezzature necessarie a dare attuazione alle disposizioni del Governo». Palomba chiede inoltre al ministro «se sia a conoscenza del progetto sulla Scuola Digitale adottato nel 2010 dalla Regione Sardegna e se condivida le modifiche apportate dalla stessa Regione Sardegna tre soli giorni prima della scadenza del bando, visto che nella sua versione originaria tale progetto si era guadagnato giudizi lusinghieri a livello nazionale e internazionale anche presso gli ambienti culturali e di ricerca più accreditati». L'esponente dipietrista chiede inoltre trasparenza sui meccanismi di finanziamento del progetto, denunciando che «a tutt'oggi la delibera della Giunta regionale n. 34/147 dell’agosto 2012, avente per oggetto Piano di Azione Coesione: Rimodulazione delle risorse nell’ambito delle Priorità “Grande Viabilità stradale” e proposta inserimento delle priorità relative al progetto Scuola Digitale – Semid@s, che trasferiva il finanziamento del progetto dal Programma Operativo Regionale FSE al Piano di azione Coesione non è ancora pubblica, tant’è vero che non risulta cliccabile nel sito della Regione, per cui risulta tuttora oscuro e misterioso il nuovo meccanismo di finanziamento del progetto». Palomba chiede infine chiarimenti sulle intenzioni del ministero di affidare la gestione del progetto Sardegna Digitale e dell'intero sistema scolastico sardo all’Indire con sede a Firenze, domandandosi se non sia «più appropriato che la Regione Sardegna e la comunità scolastica regionale possano decidere autonomamente quali innovazioni e quali nuovi servizi adottare per migliorare l’efficienza e il rendimento delle istituzioni scolastiche e cercare di arginare la drammatica dispersione che colpisce il sistema scolastico sardo. Vorremmo sapere - conclude il deputato dipietrista - se il ministro sia a conoscenza dello stato drammatico in cui versa la scuola sarda e del fatto che le famiglie dei quasi 200 mila studenti sardi di ogni ordine e grado, in un momento di grave crisi economica come quello attuale, avrebbero ottenuto un importante aiuto economico dalla distribuzione totalmente gratuita dei contenuti didattici per tutto il corso di studi, prevista dal progetto originario Scuola Digitale ma assolutamente non garantita dalla versione successiva». Com