Una delle telefonate intercettate fra l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino e il consigliere giuridico del Quirinale, Loris D'Ambrosio, recentemente scomparso, dopo le polemiche che l'avevano coinvolto, dovrebbe essere acquisita agli atti del processo contro il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, per la mancata cattura, nel 1995, del boss Bernardo Provenzano.
Si è riaperto così, davanti alla quarta sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Mario Fontana, il processo contro Mori e Obinu, ormai incastonato nel più ampio contesto della trattativa fra Stato e mafia.
Assieme a questo atto, il pm Nino Di Matteo, che rappresenta l'accusa con il collega Antonio Ingroia, ha proposto oggi la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza, sulle stragi del '92-'93 e su quanto a lui sarebbe stato riferito dai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano sul programmato attentato allo stadio Olimpico di Roma.
Nella conversazione D'Ambrosio spiegava a Mancino quanto egli avrebbe saputo a proposito della genesi della nomina di Francesco Di Maggio a vicedirettore generale del Dap, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
L'intercettazione del 25 novembre del 2011 sarebbe dunque, ad avviso della pubblica accusa, "pertinente ai temi del processo, dato che D'Ambrosio era in servizio all'epoca al ministero della Giustizia" e soprattutto se si tiene conto del fatto che Di Maggio, anch'egli scomparso (già nel 1996) nei capi d'imputazione della trattativa è considerato uno dei personaggi-chiave.
I pm hanno proposto poi alcune nuove audizioni. Una dovrebbe essere quella del colonnello Antonello Angeli, protagonista della controversa perquisizione del febbraio 2005 dell'abitazione di Massimo Ciancimino, quella in cui il cosiddetto "papello", il documento contenente le richieste di Cosa nostra allo Stato, pur essendo stato trovato nella cassaforte della villa dell'Addaura del figlio dell'ex sindaco mafioso, sarebbe stato rimesso a posto, anche se Angeli - secondo quanto riferito da testimoni - ne avrebbe fatto fare una copia.
E' stata poi chiesta l'acquisizione di un'intervista dell'agosto del 1993, in cui l'ex presidente della commissione Antimafia, Luciano Violante, esprimeva l'opinione che vi fosse Cosa nostra dietro le stragi di quell'anno a Roma, Firenze e Milano: sul punto Violante è stato sentito nei giorni scorsi dai pm palermitani. E poi e' stata chiesta anche la deposizione di Spatuzza.
La sentenza d'appello a carico del senatore Giulio Andreotti assolto dall'accusa di associazione mafiosa, assoluzione confermata dalla Cassazione, è stata acquisita dal Tribunale di Palermo nell'ambito del processo a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Provenzano. La decisione è stata presa dal presidente Mario Fontana dopo una camera di consiglio durante la quale ha deciso anche il si alla deposizione in videoconferenza del pentito Gaspare Spatuzza, prevista per il 5 ottobre.