Ricerca e innovazione, un binomio per lo sviluppo della Sardegna che passa attraverso università, istituzioni e imprenditori. Questo è il filo conduttore che ha animato la prima giornata della Conferenza regionale per la ricerca e innovazione (iniziata oggi al Thotel di Cagliari e che prosegue domani mattina), dove si sono confrontati una trentina di relatori, tra ricercatori, rappresentanti del mondo accademico, delle istituzioni e delle imprese. Ognuno di loro ha dato il proprio contributo per fare il quadro dei progetti avviati, dei risultati raggiunti in Sardegna e soprattutto di quali sono le prospettive, le strade da percorrere e gli obiettivi ancora da raggiungere.
Dal mondo accademico, oggi erano presenti i rettori delle due Università isolane (Giovanni Melis dell'ateneo cagliaritano, e Attilio Mastino per Sassari), è stata manifestata la volontà di proseguire la strada intrapresa per rafforzare la collaborazione con le istituzioni e progredire nella ricerca. Mastino ha invitato ad intensificare il lavoro comune con la Regione per incentivare la ricerca anche tra i giovani, farli crescere e aiutarli a tramutare le idee in nuove realtà. Un aiuto che deve essere dato anche nel difficile percorso dell'ideazione e deposito dei brevetti. Melis ha poi aggiunto come il rapporto Università-Regione sia comunque indispensabile e già ha portato all'avvio di numerosi progetti in fase di sviluppo.
Tra questi spicca Innova.re, che tramite la sinergia tra Regione, Sardegna Ricerche, Università e imprese mira a creare una rete di servizi fruibili dagli imprenditori entro il 2015. «I primi risultati di questo piano si concretizzeranno già tra pochi mesi», ha poi aggiunto Francesco Pigliaru, prorettore dell'Università di Cagliari, «quando entrerà invece in funzione la biblioteca scientifica della Sardegna, un servizio utile per imprese e per cittadini, che potranno accedere a una mole di documenti in modo semplice e diretto». «Il problema del sistema italiano», ha invece aggiunto Alberto Scanu, presidente della Confindustria per la Sardegna Meridionale, «è che non riesce a mettere insieme pubblico con privato. A questo può ovviare Innova.re: il progetto che dà alle aziende il vantaggio di potersi avvalere di alte professionalità e di servizi che saranno messi in rete da tutte le imprese partecipanti, oltre che dalle istituzioni».
Altro settore in cui la ricerca può essere applicata è quello dei beni culturali, a cui è stata dedicata un'intera sessione. «La zona della Toscana, la Val di Cornia, dove prima aveva sede un distretto minerario dismesso è stata riqualificata grazie alla ricerca scientifica che ha consentito di restituire l'antico splendore a quei siti. Ora al posto delle miniere ci sono parchi archeologici fruibili da tutti», ha spiegato Silvia Guideri della Val di Cornia spa. Attività che potrebbe essere presa d'esempio dalla Sardegna per riqualificare le zone usurate dall'attività mineraria, siderurgica o industriale in senso lato. «L'obiettivo dello studio dei siti, della loro storia, attraverso le nuove tecnologie mira a far rinascere quelle aree, favorendone lo sviluppo anche sotto l'aspetto occupazionale», ha aggiunto Alessandro Rovetta, dell'Università Cattolica di Milano.
La ricerca però ha bisogno di fondi per andare avanti e soprattutto per attuare e rendere concreto i progetti. Una soluzione può arrivare dai fondi di investimento. Durante la Conferenza è stato spiegato come uno degli strumenti più utili sia il venture capital. «Noi finanziamo quattro progetti sardi», ha spiegato Amedeo Giurazza, amministratore delegato di Vertis Sgr. «uno di questi creerà dei sistemi tecnologici per far diventare il telefonino una bilancia o un termometro. L'azienda ha già avviato dei contatti con la Apple per sviluppare il progetto».
I lavori continueranno domattina a partire delle 9. Dopo i saluti del presidente della Giunta sarda, Ugo Cappellacci, dell'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa e il presidente di Sardegna Ricerche, Maria Paola Corona, si parlerà dei risultati raggiunti nella sperimentazione del radiotelescopio di San Basilio, delle opportunità offerte dalla radioastronomia e della necessità di diffondere la cultura della ricerca e dell'innovazione già nelle nuove generazioni. Com