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Sì della Corte tedesca al Fondo salva Stati ma il contributo di Berlino non supererà i 190 miliardi

La Corte costituzionale tedesca dice sì all'Esm («European Stability Mechanism»), il fondo salva Stati europeo. Si tratta però di un via libera condizionato: il contributo della Germania sarà limitato a 190 miliardi e qualsiasi eventuale aumento dovrà essere sottoposto al parere positivo del Bundestag,

Il primo Paese che dovrebbe ricorrere all'Esm sarà la Spagna. Lo ha annunciato martedì il premier Mariano Rajoy in una intervista al quotidiano finlandese Helsingin Sanomat: «Oltre alla crescita, l'unica opzione che sto considerando è il ricorso al meccanismo annunciato dalla Bce», ha spiegato, escludendo però «del tutto di chiedere un aiuto per tutto il Paese».

L'Esm andrà a sostituire l'attuale fondo anticrisi, lo European Financial Stability Facility, o Efsf. La differenza è che, quest'ultimo prima di poter effettuare interventi concreti deve prima raccogliere risorse emettendo sul mercato bond garantiti dai Paesi. L'Esm verrà invece dotato di finanziamenti raccolti in maniera progressiva, nel corso dei prossimi anni, tra gli Stati membri fino a raggiungere la soglia già citata dei 500 miliardi di euro.

I mercati si dimostrano fiduciosi sia per quanto dovrà arrivare dalla Corte costituzionale tedesca (che non ha mai bocciato un Trattato europeo, ha fatto notare nei giorni scorsi il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble), sia per la presentazione di alcune proposte di creare una Unione bancaria, nella quale lo stesso Esm avrebbe una funzione, da parte della Commissione europea.

Mercoledì mattina è anche il giorno del discorso sullo Stato dell'Unione di José Manuel Barroso. L'Unione europea deve «muovere verso una federazione di stati-nazione», per la cui creazione «servirà un nuovo trattato» dice José Barroso davanti alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. L'«indifferenza» di chi si professa a favore dell'Europa è ancora «più pericolosa dello scetticismo degli antieuropeisti», ha detto ancora il presidente Barroso. «Non ci devono essere muri che dividono gli Stati - ha detto - dobbiamo evitare il provincialismo nazionale, e non possiamo permettere che l'ordine del giorno europeo sia scritto dai nazionalisti».

Quindi una riflessione sulla Banca centrale europea: «Tutti devono rispettare l'indipendenza della Bce» che «non può e non intende finanziare i governi» ha detto Barroso, plaudendo alla decisione della Banca centrale europea di intervenire sui mercati secondari. Un'azione, ha affermato, dettata dal fatto che la Bce «ha il dovere di ripristinare l'integrità della politica monetaria» e «necessaria» quando «i canali monetari non funzionano propriamente».