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Lavoratori Alcoa delusi: la mobilitazione continua e nel frattempo la società ha rallentato il processo di chiusura dell’impianto

In una giornata segnata da scontri e tensioni a Roma, Alcoa si è impegnata ieri a rallentare il processo di chiusura dell'impianto di Portovesme. I lavoratori Alcoa hanno poi deciso, intorno alle 22, di rientrare in Sardegna, ma, delusi dai risultati dell'incontro, hanno assicurato che la mobilitazione prosegue. Dopo un'occupazione di circa due ore (dalle sette alle nove di questa mattina) del traghetto che li ha riportati da Roma ad Olbia, i lavoratori hanno deciso di scendere dalla nave e ora stanno vagliando ulteriori iniziative da prendere.

Hanno lasciato poco dopo le 9 la nave Tirrenia "Sharden" occupata all'arrivo stamane a Olbia da Civitavecchia i circa 450 operai dell'Alcoa, arrabbiati e delusi, e soprattutto stanchi dopo una giornata ad alta tensione a Roma e l'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico che non è servito a interrompere la fermata della fabbrica di alluminio di Portovesme (Sulcis). I lavoratori sono sbarcati per poi salire su sei pullman che fra circa cinque ore li riporteranno a Portovesme, dove intendono proseguire la protesta. Nel lasciare il porto dell'Isola Bianca alcuni operai fanno esplodere qualche petardo.

Durante la protesta sul traghetto, su cui hanno ricevuto un pasto caldo a cura della Tirrenia, gli operai hanno esposto striscioni a difesa dell'industria nel Sulcis e scambiato un casco da lavoro con il comandante della nave, Antonio Martino, che ha dato loro un elmetto blu della compagnia di navigazione. "Il Sulcis non si tocca", "Alcoa usa e getta", sono alcuni degli slogan comparsi negli striscioni esposti dai lavoratori sul ponte della nave durante l'occupazione durata circa due ore. I pullman sono ancora nel piazzale del porto.

"Ieri - spiega  il segretario nazionale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli - al termine dell'incontro dopo l'illustrazione dell'esito dei verbali sottoscritti dal ministero dello Sviluppo economico, dalla Regione Sardegna e dalla Provincia Carbonia Iglesias tra i lavoratori si è diffusa una grandissima delusione per il risultati raggiunti".

Un approdo "non giudicato sufficiente dai sindacati, che non lo hanno sottoscritto", aggiunge il dirigente sindacale. A suo avviso, "è urgente fare assolutamente un passo in avanti nella direzione di una soluzione".
Questo quanto emerge dal verbale di conclusione dall'incontro tra governo, sindacati, azienda ed enti locali che si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico. Il verbale recita che "il processo di spegnimento delle celle già avviato procederà in modo più graduale di quanto originariamente programmato dalla società evitando consistenti blocchi giornalieri in precedenza previsti".

Dal documento emerge che la fonderia resterà operativa per tutto il mese di novembre e che, oltre a garantire la tenuta in efficienza di tutte le celle, verrà adottata, per un significativo numero di esse, una tecnica in grado di garantire l'immediata rimessa in marcia dello stabilimento della quale Alcoa si assume l'onere economico.

Nel verbale si assicura infine che i lavoratori dell'indotto Alcoa avranno accesso alla cassa integrazione in deroga e che il ministero dello Sviluppo economico convocherà a breve Klesch e Glencore auspicando che si arrivi "rapidamente ad una positiva conclusione" della vertenza Alcoa. La convocazione mira a "verificare lo stato di avanzamento della trattativa e fornire adeguata assistenza per il superamento di eventuali ostacoli e difficoltà". Medesimo impegno verrà profuso per eventuali nuove manifestazioni di interesse.

Il ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture "si stanno adoperando per trovare altre risorse oltre a quelle già identificate da Regione e Provincia" per risolvere il caso Alcoa e affrontare il piano Sulcis. Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, al tavolo con sindacati, Alcoa ed enti territoriali in cui il ministro - spiega una nota del dicastero - ha spiegato come Alcoa sia "un caso molto difficile, perché si sommano tematiche negative sia di scenario, che di settore, che aziendali". Il ministro ha però garantito il suo impegno "personale diretto a trovare una soluzione".

Mentre al ministero si svolgevano gli incontri nelle strade di Roma marciava il corteo dei lavoratori dell'Alcoa, dove almeno un manifestante e 14 agenti sono rimasti feriti. Petardi e fumogeni esplosi, slogan contro il governo, contestazioni pesanti all'esponente del Pd Fassina nonché tentativi di sfondare il cordone delle forze dell'ordine hanno scandito la manifestazione partita da piazza della Repubblica per scongiurare la chiusura dello stabilimento siderurgico.

L'operaio ha riportato un trauma al ginocchio: medicato sul posto dai sanitari del 118 ha rifiutato il trasporto in ospedale.

Sono 14 i feriti registrati tra le forze dell'ordine: tre carabinieri, un uomo della Gdf e 10 poliziotti.

Dopo il corteo tutti i lavoratori, circa 500, hanno svolto un sit-in all'ingresso del ministero dello Sviluppo economico in via Molise, sede dell'incontro tra governo, sindacati, enti locali e management dell'Alcoa.
 La protesta dei lavoratori è ripresa in serata nelle strade di Roma dopo la comunicazione dell'esito dell'incontro al ministero. " Noi da qui non ce ne andiamo", hanno urlato in direzione del ministero dove le forze dell'ordine in tenuta antisommossa sono tornare a rafforzare la barriera che protegge l'ingresso al dicastero.

I lavoratori Alcoa hanno poi deciso, intorno alle 22, di rientrare in Sardegna. Mercoledì, con tutta probabilità, ci sarà un'assemblea generale in impianto. I membri del coordinamento hanno convinto i lavoratori che volevano rimanere a Roma. "Torniamo a casa - hanno detto - Ci organizziamo e torniamo alla carica". Poi, stamane, è scattata l'occupazione del traghetto a Olbia.