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Presidente Confindustria Sardegna Putzu: Crisi della Sardegna emergenza nazionale

“La crisi della Sardegna costituisce un’emergenza nazionale e come tale va trattata e intendiamo porla anche all’attenzione del Presidente Squinzi e del Vice Presidente per il Mezzogiorno, Alessandro Laterza” così il Presidente di Confindustria Sardegna, Massimo Putzu, al termine del Consiglio Direttivo dell’associazione convocato ad Oristano per discutere dell’aggravarsi della situazione economica regionale.

“Nei mesi scorsi prima al Presidente Squinzi e poi al Vice Presidente Laterza, entrambi venuti in Sardegna per confrontarsi con il nostro sistema, abbiamo espresso la grande preoccupazione, mia e dei colleghi Presidenti delle associazioni industriali provinciali, sull’aggravarsi della crisi sarda”

“Alcoa, Carbosulcis, l’Area di Ottana, quella Porto Torres non sono che la punta di un iceberg. Ci sono una moltitudine di aziende, piccole e medie, di cui nessuno parla e che falliscono ogni giorno. Dietro le grandi industrie che chiudono, c’è un intero sistema che sta crollando, come evidenziano anche i dati sull’andamento della stagione turistica o i dati dell’agroindustria. Nessun settore produttivo ne uscirà indenne” ha proseguito il Presidente Putzu.

“Fatta eccezione per singole imprese, che costituiscono un esempio certamente virtuoso e di assoluta eccellenza, nessuna impresa sarda può dire di essere indenne da questa crisi”

“Nei giorni scorsi, commentando i dati sull’occupazione, abbiamo sottolineato che il sistema produttivo regionale si sta desertificando e, in fondo al tunnel, non solo non si vede la luce, neanche quella del treno richiamata nei giorni scorsi da Marchionne, ma anzi vediamo buio pesto”.
“E’ un intero sistema imprenditoriale fatto di grandi, medie e piccole aziende che sta fallendo, un patrimonio fatto di professionalità e capacità imprenditoriale che si va prosciugando e dall’altra parte sentiamo, non da oggi, solo un petulante e francamente fastidioso balbettio”.

“Dove sono le strategie che erano state promesse su energia, turismo, trasporti, agroindustria, lavori pubblici solo per citare alcuni delle linee principali sulle quali avevamo chiesto di intervenire?”

“Dove sono i salvifici programmi di riconversione delle aree di crisi, di cui si parla dal 2001, anno dell’Accordo di Programma sulla Chimica? Dove gli appalti che avrebbero dovuto ridare fiato al comparto delle costruzioni e migliorare le nostre infrastrutture? Dove i milioni di turisti che, attirati da una Murino campeggiante dalle pagine dei principali quotidiani, avrebbero dovuto invadere la nostra Isola e portare il contributo del PIL del settore a oltre il 10%? Dove è finita la continuità territoriale delle merci? Dove quella aerea? Dove sono gli interventi volti a ridare fiato alle nostre imprese sfiancate dai ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione regionale e locale e da un credito dato con il contagocce e a caro prezzo? Dove sono gli interventi per semplificare la vita alle imprese?”

“Con i Presidenti delle Associazioni provinciali riuniti qui oggi ad Oristano sono anni ormai che condividiamo queste domande alle quali si contrappone un assordante silenzio o più spesso vane promesse che rimangono sempre disattese. Certo, oggi tutto è diventato emergenza, ma dovremmo anche essere capaci di separare le nostre responsabilità da quelle di altri, quanto è dipeso dalla nostra incapacità di costruire un modello di sviluppo e delle strategie che fossero in sincronia con i cambiamenti in atto e quanto dipende dagli errori di altri o da quanto accade ad un livello più ampio”.

“Sul turismo è facile scaricare tutto sul problema dei trasporti, ma perché non provare a domandarsi se le strategie di promozione e programmazione siano state più o meno efficaci, più o meno giuste, o se il settore è stato adeguatamente sostenuto nell’operare i cambiamenti necessari? Sui trasporti, è solo colpa dei vettori, aerei e marittimi, o forse sono stati commessi errori nella gestione delle procedure e delle strategie da parte della Regione? Sull’energia, dove è il Piano Energetico regionale, dove gli interventi per favorire le produzioni energivore?”

“Come Confindustria Sardegna, come imprenditori, come imprese, oggi, da Oristano, insieme ai colleghi Presidenti delle Associazioni Industriali provinciali, diciamo che non possiamo più permetterci risposte stentate e siamo concordi nel considerare urgente che la vertenza Sardegna sia riportata sul tavolo del Presidente del Consiglio”.

“Ma non perché le soluzioni siano solo su quel tavolo, ma perché in tutti questi anni si è fallito, non siamo stati capaci di individuare e perseguire soluzioni ai problemi, sicuramente grandi, che le nostre imprese dovevano affrontare, e adesso non ci è rimasto che andare in processione a Roma, e sperare che lì sappiano e possano trovare il bandolo della matassa”. Com