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Falso ordigno con otto candelotti di dinamite davanti all’Alcoa di Portovesme

Quello ritrovato ai piedi del traliccio vicino allo stabilimento Alcoa è un falso ordigno. All'interno, come hanno stabilito gli artificieri, c'è solo mastice. I fili elettrici che escono dai candelotti arrivano ad una scatola con una batteria ma che non è un detonatore. "E' comunque un brutto segnale" dicono gli investigatori.

Gli otto candelotti erano stati  trovati ai piedi del traliccio Terna, che fornisce l'elettricità a Iglesias, davanti allo stabilimento Alcoa di Portovesme.

Il ritrovamento è avvenuto a seguito di una telefonata anonima all'Ansa e  alla redazione di Iglesias del gruppo Unione Sarda. A chiamare l'agenzia Ansa è stata una donna dal lieve accento straniero.

L'ordigno, spiegano gli investigatori, era confezionato bene, ed ad una prima ispezione poteva sembrare vero. Le immediate analisi sul materiale inserito all'interno dei candelotti hanno rivelato si tratta di mastice e non di gelatina, come temuto in un primo momento dagli artificieri. La presenza di fili che collegavano i candelotti e finivano in una scatola ha poi fatto temere la presenza di un innesco che invece si è rivelato finto.

L'episodio fa ulteriormente salire la tensione per la vertenza Alcoa, il cui stabilimento per la produzione di alluminio potrebbe essere chiuso a fine d'anno, lasciando senza lavoro i circa 500 operai che ci lavorano.
Cisl: condanniamo il gesto

"Condanniamo questo gesto, cui certamente sono estranei i lavoratori dell'Alcoa e il sindacato". Rino Barca, operaio della fabbrica di alluminio di Portovesme e rappresentante della Cisl del Sulcis, prende le distanze dall'atto intimidatorio di stamane vicino allo stabilimento.

"Atti del genere non fanno parte della cultura dei lavoratori Alcoa, tantomeno di quella del sindacato, e non possono mettere in discussione la civile battaglia per il lavoro che stiamo combattendo ", ha aggiunto Barca. "Durante la manifestazione in programma lunedì prossimo a Roma rafforzeremo il nostro servizio d'ordine, in modo che tutti si svolga nel rispetto delle regole".

Sarà sciopero lunedì prossimo, 10 settembre, per gli operai dell'Alcoa di Portovesme (Sulcis), che oggi - su indicazione dei sindacati - osservano il blocco degli straordinari, mentre proseguono le procedure di fermata dell'impianto, come imposto dalla multinazionale statunitense.

Almeno 600 persone, fra lavoratori e amministratori del Sulcis, parteciperà a Roma alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil per il lavoro in occasione dell'incontro al Mise sulla vertenza Alcoa.

Gli operai sperano che si arrivi a un accordo per la vendita a Glencore o Klesch, i due gruppi che hanno fatto avere manifestazioni d'interesse al governo, subordinandole ad alcune condizioni, in particolare costi contenuti dell'energia.

Intanto, sono tornati in famiglia i tre lavoratori che per quattro giorni hanno protestato su una cisterna alta oltre 60 metri, scesi ieri pomeriggio dopo che uno di loro, con problemi di cuore, aveva accusato un nuovo malore.

Quest'ultimo è stato visitato da un medico che gli ha raccomandato riposo.
"Ma lui", ha riferito Rino Barca della Cisl, "insiste per partecipare alla manifestazione di lunedì a Roma assieme a tutti noi". Gli operai si preparano a partire in massa già domani con un traghetto da Olbia per Civitavecchia, in modo da raggiungere la penisola entro le 7, per poi arrivare a Roma in pullman.

L'appuntamento è per domani alle 15.30 nel piazzale della fabbrica di Portovesme: i lavoratori la lasceranno su autobus e dopo circa cinque ore di viaggio attraverso la Sardegna raggiungeranno il porto gallurese per imbarcarsi.

Telefonata anonima annuncia esplosivo all'Alcoa, trovato involucro sospetto: gli artificieri in azione.

Una telefonata anonima arrivata all'Ansa stamattina poco prima delle nove  e  alla redazione di Iglesias del gruppo Unione Sarda, ha segnalato la presenza di esplosivo vicino a un traliccio davanti allo stabilimento Alcoa di Portovesme (Sulcis-Iglesiente). A chiamare l'agenzia è stata una donna dal lieve accento straniero.

Sono partite subito le verifiche del commissariato di Carbonia e della Digos e un involucro sospetto è stato trovato ai piedi di un traliccio della società Tetra nella zona dello stabilimento Alcoa a Portovesme.
La polizia ha messo la zona in sicurezza e si attendono gli artificieri per capire se si tratta di un ordigno.

L'episodio fa ulteriormente salire la tensione per la vertenza Alcoa, il cui stabilimento per la produzione di alluminio potrebbe essere chiuso a fine d'anno, lasciando senza lavoro i circa 500 operai che ci lavorano.

Sarà sciopero lunedì prossimo, 10 settembre, per gli operai dell'Alcoa di Portovesme (Sulcis), che oggi - su indicazione dei sindacati - osservano il blocco degli straordinari, mentre proseguono le procedure di fermata dell'impianto, come imposto dalla multinazionale statunitense.

Almeno 600 persone, fra lavoratori e amministratori del Sulcis, parteciperà a Roma alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil per il lavoro in occasione dell'incontro al Mise sulla vertenza Alcoa.

Gli operai sperano che si arrivi a un accordo per la vendita a Glencore o Klesch, i due gruppi che hanno fatto avere manifestazioni d'interesse al governo, subordinandole ad alcune condizioni, in particolare costi contenuti dell'energia.

Intanto, sono tornati in famiglia i tre lavoratori che per quattro giorni hanno protestato su una cisterna alta oltre 60 metri, scesi ieri pomeriggio dopo che uno di loro, con problemi di cuore, aveva accusato un nuovo malore. Quest'ultimo è stato visitato da un medico che gli ha raccomandato riposo.

"Ma lui", ha riferito Rino Barca della Cisl, "insiste per partecipare alla manifestazione di lunedì a Roma assieme a tutti noi". Gli operai si preparano a partire in massa già domani con un traghetto da Olbia per Civitavecchia, in modo da raggiungere la penisola entro le 7, per poi arrivare a Roma in pullman.

L'appuntamento è per domani alle 15.30 nel piazzale della fabbrica di Portovesme: i lavoratori la lasceranno su autobus e dopo circa cinque ore di viaggio attraverso la Sardegna raggiungeranno il porto gallurese per imbarcarsi.