Il piano antispread della Bce, presentato ieri dal presidente Mario Draghi fa volare le borse: Wall Street ai livelli pre-crisi. Borse europee tutte in positivo e mercati asiatici in netto rialzo, mentre lo spread è in forte calo sotto 360 punti.
La Bce ieri ha deciso le modalità del programma di acquisto illimitato di bond con il solo voto contrario. Draghi ha precisato che l'impegno dei governi alle riforme e la realizzazione dei programmi concordati sono elementi "necessari" perché‚ la Bce possa intervenire. Gli acquisti dei bond saranno sulla parte breve della curva dei rendimenti, verranno sterilizzati e interrotti se non saranno rispettati gli impegni.
Apertura in rialzo per la Borsa valori, con l'indice Ftse Mib che segna un +1,02% a 15.940 punti, mentre l'All Share guadagna lo 0,86%. Il Dax di Francoforte avanza dello 0,25 a 7.186 punti, il Cac di Parigi dello 0,55% a 3.529 punti, l'Ftse 100 di Londra è sui livelli della chiusura di ieri e l'Ibex di Madrid sale dello 0,94% a 7.932 punti.
Scende sotto la soglia dei 350 punti lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale tra i decennali italiani e tedeschi si aggira attorno ai 349,2 punti con il rendimento del Btp a quota 5,067%.
La Borsa di Tokyo segue i listini di Usa ed Europa e brinda al varo del piano anti-spread annunciato dalla Bce con l'acquisto di titoli di Stato dei Paesi di Eurolandia (Omt, Outright monetary transaction), terminando gli scambi ai massimi (+2,20%). L'indice Nikkei sale a quota 8.821,37, in rialzo di 191,08 punti, anche perchè, oltre al calo dello yen, le richieste di sussidio di disoccupazione Usa sono scese la scorsa settimana di 12.000 unità a 365.000, meglio delle attese
Quello che arriva da Wall Street, infatti, è un chiaro segnale di fiducia, con il New York Stock Exchange che, sulla scia delle Borse europee, brinda alle notizie provenienti dal Vecchio Continente, a partire dal piano anti-spread annunciato dal presidente della Bce. Ma a trainare Wall Street ci sono anche il dato Usa sulle richieste dei sussidi di disoccupazione, diminuite considerevolmente la scorsa settimana, e le previsioni ottimistiche sull'attesissimo dato di domani sul Pil statunitense. Fatto sta che i principali indici della Borsa di New York hanno chiuso facendo registrare livelli pre-crisi.
Il Dow Jones ha messo a segno un +1,87% a 13.290,69 punti, avanzando di 244,52 punti: una perfomance del genere non si vedeva dal dicembre del 2007, prima che l'economia mondiale sprofondasse nella più profonda recessione dal dopoguerra.
Impennata anche del Nasdaq, che ha chiuso con +2,17% a quota 3.135,81 punti, avanzando di 66,54 punti, tornando addirittura ai livelli del novembre 2000, prima che scoppiasse la bolla di internet.
Ottima performance anche dell'indice S&P500, che ha chiuso con un +2,04% a 1.432,11 punti (+28,52 punti), il livello più alto dal gennaio 2008.
Quasi tutti gli analisti e gli osservatori americani non hanno dubbi: si tratta soprattutto dell'effetto che arriva da Oltreoceano, dopo che a Francoforte la Bce ha sostenuto con forza il progetto di un acquisto dei titoli pubblici dei Paesi della zona euro in difficoltà finanziarie, quelli che chiedono e chiederanno aiuto al Fondo salva-Stati (ora lo European financial stabilty facility, domani lo European stability mechanism) e che rispetteranno gli impegni di risanamento e di riforme presi. Un progetto che a Washington viene sostenuto anche dai vertici del Fondo monetario internazionale (Fmi).
Con gli operatori di Wall Steet che hanno accolto con grande favore anche le parole del numero uno del Fondo, Christine Lagarde, che si è detta pronta a collaborare con la Bce nell'ambito del piano anti-spread.