In una lettera al governatore della Sardegna, il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici scrive: “i drammatici momenti che si stanno vivendo nella miniera della Carbosulcis di Nuraxi Figus, a 373 metri di profondità, coinvolgono e interessano l’intera comunità sarda. La contestazione dei minatori in lotta per il proprio posto di lavoro accomuna i tantissimi lavoratori che idealmente in questi giorni si trovano lì, insieme a loro, non avendo più neanche un luogo da occupare per protesta. È tuttavia assolutamente necessario che Lei, la Sua giunta e il consiglio regionale non dimentichiate le numerose emergenze sparse per l’isola, rispetto alle quali – da tempo – non si ricevono risposte o segnali di alcun tipo.
La drammaticità della situazione che sta interessando il Sulcis, che ben comprendiamo e verso la quale non possiamo che esprimere massima preoccupazione e solidarietà, non può e non deve offuscare la grave condizione di difficoltà che stanno affrontando altri territori, a iniziare dal Nord Ovest Sardegna, che sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia. Auspichiamo che, proprio come da impegni presi in occasione degli ultimi incontri avuti, il confronto con il governo rappresenti per Lei, presidente, e per i suoi assessori, l’occasione buona per chiedere e ottenere strumenti urgenti e straordinari attraverso cui accompagnare il territorio della Provincia di Sassari – ma il discorso vale anche per il resto della Sardegna, al di là di inutili campanilismi e di controproducenti guerre fratricide – oltre le secche di una crisi senza alcun precedente.
Dall’industria all’edilizia, dai trasporti alla scuola, dalla viabilità al riassetto amministrativo del territorio, scrive ancora la presidente - tanto per citare alcuni degli argomenti più ricorrenti, è lunghissimo e arcinoto l’elenco delle doglianze alle quali si è scelto di rispondere con il più totale silenzio. La crisi che sta affrontando questo territorio ha assunto proporzioni eccezionali e meriterebbe ben altra attenzione, ma ogni tentativo di interagire con chi dovrebbe assumersi il carico e la responsabilità dell’intera Sardegna è sinora andato vano. Questo preoccupa le tante lavoratrici e i tanti lavoratori che non riescono a intravedere una possibile via di uscita da una situazione di precarietà che rischia di scatenare una fase di grave disagio sociale.
Dopo aver a lungo e vanamente atteso qualsiasi segnale di apertura e dopo aver ripetutamente manifestato la volontà di collaborare nel pieno e doveroso spirito di collaborazione istituzionale – conclude la presidente Giudice -, è giunto il momento di richiamare la Regione alle proprie responsabilità. La decisione, risalente a oltre un mese fa, di intavolare una “vertenza Nord Ovest Sardegna”, all’interno della quale trovano giusta attenzione tutte le problematiche su cui abbiamo cercato di confrontarci in questi mesi, è frutto della preoccupazione e della determinazione con cui questo territorio – in nome e per conto del quale rivolgo quest’ultimo appello – si rivolge con voce unanime affinché possa ancora essere recuperata la possibilità di lavorare tutti assieme per il bene di un’area che non chiede favori o corsie preferenziali, ma esige la stessa dignità e le stesse cure del resto della Sardegna”. Com