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L’Italia resta un buon affare, Bot a ruba. Ma le famiglie vedono nero

Forte domanda e rendimenti in calo nell'asta odierna di titoli di Stato. Il Tesoro ha collocato 9 miliardi di Bot a 6 mesi, a fronte di una richiesta pari a 15,2 miliardi. Il rendimento è sceso all'1,585%, -0,87% rispetto alla precedente asta. Si tratta del livello minimo da marzo.

Cala leggermente a 449 punti base lo spread tra Btp e Bund a 10 anni, dopo aver toccato un massimo intraday di 456 punti, in scia all'intervento del presidente della Bce, Mario Draghi, che ha parlato di necessita "a volte" di adottare "misure eccezionali". Il tasso dei decennali italiani sul mercato secondario F al 5,81%. E' a 519 punti base invece il differenziale tra Bonos spagnoli e Bund, con il rendimento dei decennali di Madrid al 6,51%.

Continua a calare l'indice che misura il clima di fiducia delle famiglie. Ad agosto, riferisce l'Istat, peggiorano ulteriormente le valutazioni delle famiglie rispetto alla loro situazione economica. L'indice di riferimento cala da 92,9 di luglio a 92 di agosto toccando i minimi dal 1996, anno di inizio delle serie storiche.

La valutazione delle famiglie consumatrici sulla propria condizione economica ad agosto si deteriora soprattutto a causa degli aspetti legati alle opportunità attuali e alle possibilità future di risparmio. Infatti, guardando ai diversi aspetti del clima personale, ad agosto migliora sia il saldo relativo ai giudizi sulla situazione economica della famiglia che quello relativo alle prospettive future. La quota di chi percepisce la situazione personale corrente come "peggiorata" o "molto peggiorata" scende al 51,5% rispetto al 58,2% registrato in luglio. Inoltre, migliorano lievemente i giudizi sul bilancio familiare.

Mentre a far scendere l'indice, portandolo al minimo storico, sono le opinioni sull'opportunità attuale al risparmio, in sensibile diminuzione e anche le attese sulle possibilità future. Il risultato è spiegato principalmente da una riduzione, rispetto al mese precedente, della quota di rispondenti che ritengono di riuscire "probabilmente a effettuare risparmi in futuro" (dal 22,1% al 16,3%) e un aumento della quota di rispondenti che "probabilmente non riusciranno ad effettuare risparmi" (dal 21,8% al 29,0%).