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Bce: l’Europa non crea posti di lavoro, aziende italiane a rischio insolvenza

Le attese per il tasso di disoccupazione si collocano all'11,2% per il 2012, all'11,4% per il 2013 e al 10,8% per il 2014, dopo una revisione al rialzo di 0,2 punti percentuali per il 2012 e di 0,5 punti percentuali per il 2013. Queste le stime del Survey of Professional Forecast della Bce.
Il tasso di risparmio delle famiglie "si è stabilizzato su livelli prossimi ai minimi storici".

La crescita annuale del reddito disponibile in termini nominali nell'area dell'euro "è diminuita ulteriormente nel primo trimestre, all'1,7%, dopo il calo considerevole di 1 punto percentuale, all'1,8%, nel trimestre precedente".

"Al complessivo aumento dell'incertezza ha fatto riscontro un netto deterioramento della valutazione del rischio di credito delle imprese da parte degli operatori", rileva la Bce nel Bollettino mensile di agosto, puntando il dito anche sull'Italia. Perché i tassi attesi di insolvenza "sono cresciuti sostanzialmente nel periodo". "Tra i paesi più grandi dell'area dell'euro, l'incremento - si legge - è stato particolarmente pronunciato per le imprese italiane" mentre è "piuttosto moderato" per quelle olandesi e tedesche.

"Nemmeno il divieto di effettuare vendite allo scoperto, imposto in Spagna e Italia, pare aver tranquillizzato i mercati azionari", scrive la Bce nel bollettino mensile. La Bce nota come siano state "soprattutto le banche in Italia, Spagna e Francia a trainare la domanda di rifinanziamento della Bce" nel 2011, con le italiane che hanno superato i 200miliardi a fine anno.

"Il Consiglio direttivo ha discusso approfonditamente le opzioni possibili per far fronte alle gravi disfunzioni del processo di formazione dei prezzi nei mercati obbligazionari dei paesi dell'area dell'euro. Le quotazioni dei titoli di Stato di diversi paesi registrano premi per il rischio eccezionalmente elevati e la frammentazione dei mercati finanziari ostacola l'efficace funzionamento della politica monetaria. I premi per il rischio connessi ai timori sulla reversibilità dell'euro sono inaccettabili e vanno affrontati in modo sostanziale. L'euro è irreversibile".

Dopo l'attivazione dell'Efsf-Esm da parte dei governi dell'area dell'euro, il Consiglio direttivo della Bce "può considerare di attuare ulteriori misure di politica monetaria non convenzionali secondo quanto necessario a ripristinare il meccanismo di trasmissione di tale politica. Nelle prossime settimane l'Eurosistema definirà le modalità adeguate per queste misure".

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