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Csl e corte costituzionale: “la sentenza conferma i nostri dubbi, la regione rimedi ai suoi errori”

«La sentenza della corte costituzionale rispetto alle legge 16 ci da ragione su tutta la linea, per un anno siamo stati additati come i responsabili del pasticcio compiuto dalla Regione per continuare ad alimentare illusioni e precariato, producendo in cambio solo disservizi e precarietà».

È la reazione del presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, alla notizia del «pronunciamento del più alto organo giurisdizionale di controllo di legittimità delle leggi regionali, che richiamandosi ai principi di coordinamento della finanza pubblica ha bocciato il comma 8 dell’articolo 6, confermando che i dubbi espressi e i quesiti posti a tempo debito non erano affatto pretestuosi», rimarca il presidente dell’amministrazione provinciale.

Le affermazioni di Alessandra Giudici si riferiscono molto chiaramente alla vicenda legata ai Centri dei servizi per il lavoro e alle difficoltà sorte lo scorso 31 agosto, al momento di prorogare i contratti dei lavoratori che per oltre sei anni hanno collaborato con i Csl. «Abbiamo assistito a un viavai di consiglieri regionali di ogni parte politica e a prese di posizione di ogni genere – ricorda Alessandra Giudici – la vicenda è stata subito trasformata in un’indegna gazzarra, senza che nessuno si sia mai preso la briga di rispondere ai nostri dubbi, oggi confermati in pieno dalla Corte costituzionale».

Polemiche a parte, «il vero problema resta quello che continuiamo a sollevare da sette anni a questa parte, ossia dall’insediamento della precedente amministrazione – dice il presidente – quando abbiamo iniziato a chiedere, senza mai smettere, che i servizi svolti in via sperimentale dai Csl fossero stabilizzati attraverso la storicizzazione delle figure necessarie e delle relative risorse». Era quello il nodo da sciogliere nel 2005, «e quello resta il nodo da sciogliere ancora oggi – insiste Alessandra Giudici – perché mentre noi venivamo additati come i nemici dei lavoratori, la Regione ha continuato a percorrere scorciatoie e cercare di volta in volta soluzioni pasticciate a una situazione di una chiarezza disarmante».
In tutta questa vicenda «la Provincia è stata solo un capro espiatorio», aggiunge Alessandra Giudici.

«Ci siamo ritrovati ingiustamente accusati di essere i colpevoli della situazione di precarietà del servizio e dei lavoratori – è la riflessione – solo per aver preteso di poter assicurare un servizio certo agli utenti e maggiori condizioni di stabilità per i lavoratori». Nonostante tutto, «continueremo nella nostra battaglia, chiedendo alla Regione di trasferire le risorse necessarie per stabilizzare le funzioni dei Centri servizi per il lavoro».