Un cittadino italiano che opera come agente di sicurezza presso l'ambasciata d'Italia a Sana'a e' stato rapito in circostanze ancora da chiarire. La conferma giunge dalla Farnesina.
L'Unità di crisi del ministero degli Esteri si è prontamente attivata, anche attraverso i "canali in loco". La Farnesina riferisce inoltre di voler mantenere "il più stretto riserbo" per "favorire un esito positivo della vicenda"
La prima notizia del rapimento cittadino italiano, addetto alla sicurezza presso l'ambasciata italiana a Sana'a, nello Yemen, era stata data da fonti diplomatiche occidentali all'agenzia France Presse. L'italiano sarebbe stato rapito da uomini armati.
Il sequestro è avvenuto nella nostra legazione diplomatica, nel quartiere di Hadda, a sud-ovest della città.
Una fonte anonima ha riferito all'agenzia Reuters che l'italiano sequestrato è "responsabile della sicurezza dell'ambasciata". L'uomo, ha proseguito la fonte, "si trovava nei pressi della rappresentanza diplomatica quando è arrivato un commando a bordo di un'auto e lo ha trascinato via con la forza".
I sequestri di stranieri sono frequenti in Yemen, messi in atto soprattutto da clan tribali che cercano poi di ottenere soldi in cambio della liberazione degli ostaggi. Negli ultimi 15 anni sono state sequestrate oltre 200 persone, la gran parte delle quali è stata poi rilasciata.
Lo scorso aprile è stato liberato un operatore della Croce Rossa a Hudaida, città portuale al nord, mentre nelle mani dei rapitori resta una donna svizzera rapita lo scorso marzo, sempre a Hudaida.