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Revisione spesa dello stato: le 590 farmacie della Sardegna domani scioperano ma garantiranno i servizi dalle farmacie di turno.

Anche le 590 farmacie Federfama della Sardegna,  aderiscono allo sciopero nazionale indetto domani 26 Luglio, per rivendicare maggiore forza contrattuale con il Governo Monti che ha contribuito ad impoverire l’intero sistema.

La scure della Spending Review si è infatti abbattuta sulla farmaceutica territoriale, che eroga un servizio quotidiano ai cittadini che possono approvvigionarsi dei farmaci direttamente nelle 18.000 farmacie italiane che ogni giorno svolgono un’indispensabile attività di distribuzione.

Una situazione inaccettabile che va a penalizzare proprio l’unico titolo della spesa pubblica che certifica puntualmente l’utilizzo delle risorse e che ogni anno rispetta il tetto prefissato (che di solito diminuisce o al massimo rimane stabile). Le 18.000 farmacie forniscono infatti i dati sul numero di ricette SSN per un monitoraggio preciso e immediato della spesa e dei consumi dei farmaci distribuiti. Anzichè rivedere i parametri, il Governo ha deciso di operare un trasferimento di risorse che da questo  sistema virtuoso, andrà a confluire nella spesa ospedaliera dove si compiono continui sprechi e non si attua alcun controllo.

Due i punti principali oggetto di scontro con il Governo.

L’aumento delle trattenute sui farmaci SSN (a carico del Servizio Sanitario Nazionale). “La farmacia è un servizio pubblico a tutela della salute, ma sta rischiando di dover chiudere - dichiara la presidente di Federfarma Cagliari Maria Pia Orrù - se un tempo il valore medio delle ricette si aggirava sui 26 euro, oggi si attesta sui 15, massimo 16 euro. Se si considera che alle farmacie rimane sempre il 20%, si comprende che tutto il sistema è a rischio con un autentico pericolo serrata. Una delle tante trattenute, per i farmaci SSN che si sta già applicando dal 7 Luglio con l’entrata in vigore dell’ultimo Decreto Legge, prevede infatti l’aumento per le farmacia in percentuale dall’1,82 a 3,65 che perdurerà per un tempo non definito contro il valore del 6,64% stabilito per l’industria per un periodo limitato sino a dicembre.

“Facendo due calcoli si comprende che queste trattenute comportano un a perdita annua per le farmacie di complessivi circa 40.000 euro che corrispondo al costo medio per un dipendente. Questo giro di vite sulle farmacie - prosegue la presidente Orrù - si traduce in meno servizi per i cittadini, se si pensa che le piccole realtà sono costrette anche a 12 turni all’anno e a pericolose conseguenze sull’occupazione. I servizi notturni sono a costo zero per lo Stato ma rappresentano una spesa consistente per le farmacie”.

Seconda rivendicazione, l’apertura di un tavolo con il Governo per modificare la remunerazione che tenga conto, come avviene in altre realtà europee (ad esempio la Germania che ha un sistema misto), non solo del prezzo del farmaco, oggi il generico è in caduta libera, ma anche del servizio reso ai cittadini, delle cure e delle prestazioni professionali, come ad esempio il controllo sull’interazione con altri farmaci assunti dai pazienti.

“L’auspicio - conclude la presidente di Federfarma Cagliari - è che la farmacia possa continuare a svolgere un importante ruolo per il cittadino, come presidio sanitario, spesso l’unico del territorio”.