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Lavori Consiglio regionale Sardegna su linee guida del Ppr

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dalla presidente, Claudia Lombardo, che ha constatato la mancanza del numero legale in Aula e sospeso la seduta. Alla ripresa, ha preso la parola a Nanni Campus (Sardegna è già domani), che ha detto: “Difficile sostenere che non debba essere rivisto il Ppr ed è al tempo stesso necessario eliminare la patologia che impedisce un corretto rapporto con gli enti locali in materia urbanistica. Dunque, è giusto ridiscutere del Ppr, con trasparenza e senso di responsabilità, con norme erga omnes e non ad usum delphini. Però spesso abbiamo assistito a veri e propri sconci nei piani casa, sconci dal punto di vista edilizio e giuridico. Ed è responsabilità sua, assessore Rassu, richiamare all’interesse collettivo e non a quello particolare, persino di un singolo imprenditore. Spero davvero prevalga il confronto”.

Sul tema ha preso la parola anche Roberto Capelli (Sardegna è già domani), che ha detto: “Il problema non sono le linee guida ma la legge 8 del 2004, madre di tutti i problemi. E’ questa legge che ci costringe a discutere linee guida non emendabili, non correggibili. Ricordo che per la medesima questione, sotto Soru presidente, arrivammo a occupare l’Aula.

Su questo l’allora opposizione, invece oggi maggioranza, ebbe a contestare e a criticare la non emendabilità delle linee guida. Il patto elettorale era questo: il Ppr contiene troppi vincoli e dunque va modificato. Non prevedeva una sostituzione al potere il patto elettorale che abbiamo sottoscritto, una sostituzione di persone: prima le intese le faceva Soru e adesso Cappellacci.

Da allora a oggi è cambiato il mondo e Olbia con le 17 mila case invendute mi pare sia già un emblema della dicotomia tra l’economia finanziaria e quella reale. Discutere, dunque, delle linee guida è come discutere del nulla. Contro Soru ho combattuto anche aspramente, idee contro idee. Qui non si può nemmeno combattere perché non ci sono idee. E dopo la noia, il presidente Cappellacci ci ha fatto arrivare a uno stato di rassegnazione. O il presidente Cappellacci se ne va, cosa impossibile perché quel posto è il suo scudo. Oppure lo manderete via voi stessi: non c’è un anno, stiamo andando a votare. Voi non avete bisogno di sostenere iniziative private, a differenza di alcuni spregiudicati che pure rivestono il ruolo pubblico. Dovete, dobbiamo soltanto assumere gli atti conseguenti”.

E’ intervenuto Franco Cuccureddu (Misto), secondo cui “il Ppr ha aperto un dibattito sulla cultura della tutela del territorio. E questo è un merito. Tuttavia l’applicazione pratica ha mostrato divaricazioni profonde: non si possono dettare regole uguali per situazioni diverse. Questo ha provocato storture forti, forse anche irreversibili. E la speculazione in questi anni non si è fermata, non era difficile costruire nelle zone B com’ accaduto a Castelsardo. Oggi i Comuni non credono nella legislazione urbanistica perché non c’è certezza del diritto, non ci sono norme che sono avvertite come valide per il centrodestra e anche per il centrosinistra. L’assenza di stabilità spaventa gli enti locali nella programmazione.

Elia Corda (Pd) ha affermato la necessità di “semplificare gli atti normativi e di snellire ogni forma di inutile burocrazia ma di tutto questo non c’è davvero traccia nelle linee guida che discutiamo. Il vero proposito vostro è la soppressione  dei vincoli e la cancellazione delle regole, specie nella fascia costiera. Come quella gallurese di Capo Ceraso, vicino Tavolara, sopravvissuta miracolosamente senza cemento sino a oggi, di grande interesse per il vostro novello leader Silvio Berlusconi. Uno che certamente gioirà se queste vostre linee guida saranno approvate”.

Per Luigi Lotto (Pd) “è raro trovare oggi tra i sardi chi non dia per acquisito il concetto che il paesaggio è un patrimonio naturale ma anche economico, per l’oggi ma anche per i nostri figli, a patto che la sua fruizione non significhi il suo consumo. Al Ppr dovevano seguire i piani urbanistici comunali, che non sono invece stati adottati per oggettive difficoltà ma anche per scelta politica avversa.  Ora voi scegliete una strada che porta alla contrapposizione, all’impossibilità del dialogo. Eppure ci sarebbero obiettivi condivisibili, a partire dalla tutela delle coste che per tutti noi deve essere un vincolo per arrivare al paesaggio agrario”.

Ha preso poi la parola Franco Mula (Riformatori), che ha ricostruito la genesi del Ppr: “Questo ha provocato la bocciatura elettorale dell’on. Soru e ha determinato la vittoria del presidente Cappellacci. Lo strumento dell’intesa fu il grimaldello per forzare i vincoli del Ppr, come è avvenuto a Caprera anche contro la volontà degli enti locali. Ora è necessario modificare il Ppr per farne uno strumento di facile applicazione e predisporre poi una legge urbanistica che superi la 45 dell’89. Questo ci chiede la società sarda”. L’oratore ha suggerito una serie di misure e correttivi per migliorare il Ppr e ha aggiunto: “Se la Sardegna non è tornata a sorridere non vogliamo però che pianga”.

Per Agus (Pd) “oggi come ieri si discute di un tema cardine. Se avessero continuato a distruggere le foreste noi non conosceremmo le nostre sugherete. Dun que, l’aggressione va fermata e se è vero che non tutto può essere bloccato è anche vero che le nostre terre sono il nostro primo patrimonio produttivo e noi dobbiamo pensare alla nostra sovranità alimentare perduta e da riconquistare”.

Dello stesso tenore anche Giorgio Cugusi (Sel), che ha detto: “E’ necessario superare ogni difficoltà applicativa e procedimenti burocratici di profonda criticità ma queste linee guida non risolvono assolutamente questa criticità. E’ grave poi pensare che il metro della superficie sia l’unico per valutare la bontà o meno di un progetto”.

Per Rodin (Pdl) “il Ppr è nato bene per quanto calato dall’alto ma a distanza di sei anni ha necessità di essere rivisto. Ma se non è possibile avviare una fase concertativa si avvii almeno il dialogo tra maggioranza e opposizione riaffermando il principio della valorizzazione del paesaggio. Ma ogni accusa di cementificazione è del tutto destituita di fondamento perché a leggere le linee guida o a farsele spiegare si coglie l’assenza di ogni intento di questo tipo”.

Per Antonio Solinas (Pd) “sarà impossibile in questi diciotto mesi attuare il vostro disegno completo in materia urbanistica ma noi valuteremo tutti i vostri atti e già ora non è un offesa per nessuno parlare di fallimento politico di questa vostra maggioranza”. L’oratore si è poi rivolto “agli amici sardisti e dell’Udc”  e ha detto: “Un vostro voto favorevole a queste linee guida rischia fortemente di complicare la costruzione di un governo moderato e di centrosinistra per il governo della Sardegna”.

Ha preso poi la parola Giuseppe Cuccu (Pd), che ha detto rivolto alla maggioranza: “Schiavi della vostra strumentalizzazione sul Ppr avete dimenticato di predisporre la legge urbanistica. Il primo atto concreto di attenzione paesaggistica è adeguare i Puc costieri al Ppr e insieme i Comuni chiedono di riusare il suolo. I sindaci hanno lamentato il ruolo discrezionale della Regione, che siano dirigenti o politici, e hanno chiesto che sia valorizzata la loro capacità pianificatoria. Beh, nulla di tutto ciò è presente nelle linee guida. Voi avete sentito i sindaci ma non li avete ascoltati. Vi suggerisco di ritirare queste linee guida, scriviamo assieme un ordine del giorno e poi vedremo insieme che cosa non va del Ppr e cosa dobbiamo cambiare”.

Il vice presidente Cossa ha dichiarato chiusi i lavori della mattina: l’Aula riprenderà alle 16.30. Com