Alla ripresa dei lavori, presieduti dal vicepresidente Michele Cossa, è intervenuto Radhouan Ben Amara (Fs) che ha detto: “Dobbiamo imparare a rileggere il paesaggio ma la questione paesistica non è slegata dalle questioni economiche e sociali. Il vostro nuovo Ppr non è un progetto alternativo: deve essere rivisitato perché apre la strada alla speculazione. Perché non fare maggiore ricorso alle politiche del riuso del territorio?
Nel nostro Paese il grande malato è il paesaggio. Forse i nostri messaggi nono sono arrivati all’opinione pubblica e per questo abbiamo perso le elezioni ma noi avevamo un progetto di sviluppo chiaro. La straordinaria bellezza dell’Isola potrebbe essere alterata per sempre con il vostro Ppr. Noi siamo contro l’espansione dei campi da golf e dei porti turistici, Purtroppo la valorizzazione dei beni è stata intesa spesso, anche a sinistra, in termine economico e finanziario. Anche il più bel muro del mondo deve essere abbattuto se circonda un campo di concentramento”.
Ha preso poi la parola Chicco Porcu (Pd), che ha fortemente contestato le linee guida del Ppr e più in generale tutti gli interventi urbanistici della maggioranza di centrodestra. “Invece di tenere un approccio sobrio su questo tema e di avviare un dialogo con noi, ci ritroviamo ancora oggi non a discutere di una legge urbanistica ma davanti a principi generali sui quali è inutile dire se siamo o non siamo d’accordo. Che bisogno c’è di richiamare tutte queste ovvietà e di alzare gli scudi, rendendo questa discussione ancora una volta ideologica? Forse avete bisogno di distrarre l’opinione pubblica e darle altro fumo. Tra le righe si capisce che voi state tirando ancora a campare, da tre anni e mezzo promettete mattoni un po’ a tutti e non riuscite nemmeno a darli. Un esempio è la legge sul golf, dove avete stiracchiato le regole fino a che la legge è stata impugnata. Assessore Rassu, esca da questa genericità e quando parla di linee guida per le zone interne eviti di citare, come ha fatto a pagina 76, il geografo francese Le Lannou. Rischiate di rievocare una figura nota per la sua incapacità di leggere la Sardegna per quello che è avvenuto nell’Ottocento, cioè nei decenni prima del viaggio del geografo, con le chiudende, il latifondo e 400 mila ettari di boschi bruciati. Non vorrei che anche voi ricostruiste falsi ideologici come quello di Le Lannou”.
E’ dunque intervenuto Renato Lai (Pdl), secondo cui “non è un problema di poco conto il mancato adeguamento dei Puc al Ppr ma il Ppr non è un dogma che non può essere messo in discussione. Anche fuori dal centrodestra sono in tanti a pensare che il piano urbanistico così non va bene. E lo dico apprezzando anche l’intervento di Porcu. Queste nuove linee guida potranno favorire il turismo, non solo l’edilizia: rimettiamoci in discussione in un momento di crisi e non serve chiudersi a riccio in una posizione integralista spacciata per amore verso l’Isola. La caduta della Giunta, nella passata legislatura, avvenne perché si tendeva ad apporre i vincoli paesaggistici anche nelle zone interne.
Nell’allora maggioranza ci fu una dissidenza interna davanti a questo rigore eccessivo. Ma senza entrare nel merito tecnico, queste linee guida mi piacciono perché il paesaggio dovrà essere misurato su uno sviluppo sostenibile. Non sono in discussione i principi, devono solo essere riviste le regole per far emergere il paesaggio come elemento fisico e come luogo di evoluzione delle comunità: non più una Sardegna ma statica ma una nuova cultura di fiducia”.
I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Carlo Sechi (Sel), che ha detto: “Volete attribuire a uno strumento dovuto la responsabilità dei mali che ci attanagliano ma il paesaggio è un bene costituzionale supremo. Sulle coste in passato si è consentito un intervento speculativo e così anche in certe zone agricole col risultato che l’economia e l’occupazione sono state imbrogliate. L’unico è riqualificare il patrimonio edilizio, il consumo per il consumo è finito una volta per tutte.
Nella sua illustrazione, il presidente Cappellacci ha detto una serie di cose e ha parlato della dinamicità della materia e del vincolismo da superare. Ma voi semplicemente volete far saltare le regole e affermate che questo è necessario perché nell’edilizia la Sardegna ha perso 17 mila posti di lavoro. Il mercato è crollato e basta, altro che Ppr. Il richiamo di questa mattina al professor Lilliu ci avrebbe dovuto invitare tutti a maggiore prudenza. Non basta richiamare i valori per coprire certe miserie e percorrere altre strade. Questa è una legislatura morta, prima ce ne andiamo e meglio è”.
Per Claudia Zuncheddu (Indipendentistas) “manca la cultura del territori, da difendere non solo dal mattone ma anche dalla coltivazione di colture che non ci appartengono come il cardo, necessario per la chimica verde. Che di verde non ha davvero nulla. Consumo inutile di territorio è anche il gasdotto Galsi, che distruggerà tutto. Parliamo di Ppr: è lo strumento che in questi 60 anni ha maggiormente tutelato l’ambiente e il paesaggio sardo, preservando un bene non illimitato alle future generazioni. L’urbanizzazione incontrollata nelle campagna nel decennio passato ha portato a una forte riduzione della superficie coltivabile, circa il 24 per cento. E il consumo è poi proseguito negli anni passati. Questo provoca la dipendenza alimentare della Sardegna e dovrebbe preoccuparci.
Non permetteremo che il nostro territorio diventi uno spezzatino nelle mani di chi vuole speculare. Mi sarei aspettata che Cappellacci ripartisse dai un punti più deboli del Ppr per migliorarlo ancora. Non certo, invece, l’attacco delle linee guida del Ppr per far retrocedere il territorio sardo a terra di conquista, grazie anche ai piani casa e alla legge sul golf”.
La mancanza del numero legale ha costretto la presidenza a sospendere i lavori, che riprenderanno alle 18.45 con l’intervento di Matteo Sanna, presidente della commissione urbanistica. Com