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Spread sfiora 500 punti. Fmi: Ue agisca subito per le previsioni negative sulla crescita

Inizio di settimana ad alta tensione sul mercato dei titoli di Stato, con lo spread Btp-Bund che sfiora la soglia psicologica dei 500 punti. Sul fronte azionario chiudono deboli le Borse del Vecchio Continente, mentre l'euro ripiega su dollaro e yen.

Pesano la revisione al ribasso della crescita mondiale da parte del Fondo Monetario Internazionale, l'allarme dello stesso Fondo su un aumento dei rischi per la stabilità finanziaria, e la presa di posizione della Corte Costituzionale tedesca di rinviare a settembre ogni decisione sul Meccanismo di stabilità europeo, Esm, e sul Fiscal Compact.

In questo quadro di timori e d'incertezza, il differenziale di rendimento tra i titoli italiani a 10 anni egli analoghi tedeschi e' schizzato a 495 punti, segnando i massimi dal 16 gennaio scorso, prima di ripiegare sul finire della seduta a 488 punti. Il tasso sul Btp si attesta al 6,10%.

In forte rialzo anche lo spread della Spagna, che vola a 557 punti base col rendimento dei bonos al 6,80%.

Il Fondo Monetario Internazionale oggi ha certificato che l'economia italiana si contrarrà sia nel 2012 sia nel 2013, confermando un pil in calo dell'1,9% quest'anno e dello 0,3% il prossimo in un contesto generalizzato di rallentamento della ripresa, sulla quale restano forti rischi al ribasso dovuti alla crisi dell'area euro.

"Il tempo sta per scadere, bisogna agire" afferma il Fmi. La crisi di Eurolandia "è la priorità” e può essere contenuta se, a fronte dell'impegno dei Paesi sotto pressione alle riforme, gli altri membri del blocco saranno disposti ad aiutare.

E questo perché anche se i "governi italiano e spagnolo hanno intrapreso importanti passi, questi possono avere successo solo se riescono a finanziarsi a tassi ragionevoli".

Per il Fmi l'Italia si trova di fronte a una doppia sfida: da un lato far si' che le misure di risanamento siano favorevoli alla crescita, dall'altro assicurarsi che i progressi nel medio-lungo termine restino intatti. L'Italia, che raggiungerà un "piccolo surplus strutturale nel 2013", dovrebbe ora spostare il risanamento dalle entrate alla spesa pubblica.