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Sindacati: “Abbanoa è al collasso, bisogna ricapitalizzare». La provincia: «la regione rispetti gli impegni”.

«La Regione tenga fede agli impegni presi e si faccia carico dei problemi finanziari e gestionali di Abbanoa». È la richiesta del presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, dell’assessore provinciale delle Politiche del lavoro, Rosario Musmeci, e dell’assessore provinciale delle Politiche per la programmazione, Enrico Daga. L’appello giunge al termine dell’incontro avuto questa mattina, nella sala Giunta del palazzo della Provincia, con le organizzazioni sindacali territoriali di categoria e con le rappresentanze sindacali aziendali della società che gestisce i servizi idrici in Sardegna. «Se le cose continuano ad andare nella stessa direzione intrapresa da un anno a questa parte, il rapido collasso di Abbanoa sarà inevitabile», è l’allarme lanciato dai rappresentanti dei lavoratori, che con quello odierno inaugurano una serie di incontri con le istituzioni locali «per sensibilizzare tutti i territori di un problema che riguarda non solo i dipendenti di Abbanoa, ma l’intera popolazione, dato che stiamo parlando di un bene prezioso e indispensabile come l’acqua», come hanno spiegato gli stessi sindacati nel corso del faccia a faccia con Giudici, Musmeci e Daga.

I lavoratori di Abbanoa si sentono «ingiustamente nel mirino di quanti ci danno addosso per i disservizi – come spiegano loro stessi – ma anche noi siamo vittime di una situazione paradossale, che ci impedisce di lavorare in condizioni adeguate». C’è il problema degli stipendi che arrivano in ritardo, «ma non è solo quello», assicurano i dipendenti del mastodonte che assicura l’acqua a tutta l’isola. «I problemi veri derivano dalla mancanza delle risorse necessarie per la manutenzione ordinaria della rete e degli impianti – spiegano – ma anche da una organizzazione troppo centralistica e poco consapevole dei reali problemi e delle reali esigenze di ciascun territorio». Logica conseguenza di questa situazione «sono i disagi di cui si lamentano non solo i cittadini, ma anche noi».

Sindacati e lavoratori puntano il dito senza alcuna esitazione verso quello che definiscono il vero responsabile di questa situazione. «Servono investimenti da parte della Regione – dicono senza troppi giri di parole – è la proprietà che aveva promesso di farsi carico di questa situazione e invece ha disatteso gli impegni». Secondo quanto riferito oggi agli amministratori provinciali, «era prevista una ricapitalizzazione di 150milioni di euro in tre anni, ma per ora la Regione non ha scucito un solo euro». Ad aggravare la situazione ci sono anche i problemi di carattere gestionale. «Occorre ridisegnare la mappa delle responsabilità, affidando maggiori livelli di autonomia organizzativa ai territori – chiedono i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali – mentre continua a sussistere una organizzazione verticistica e cagliaricentrica».

Per loro, che tra l’altro devono fare i conti con i ritardi con cui percepiscono gli stipendi, è una situazione insostenibile. «Percorriamo ogni strada possibile per evitare disagi all’utenza – annunciano – ma se non avremo risposte certe saremo costretti allo sciopero». Da qui la richiesta di intervento alla Provincia e alle altre istituzioni del territorio, che i sindacati incontreranno nei prossimi giorni. «La Regione va inchiodata alle proprie responsabilità, e in questo senso noi faremo ogni passo politico necessario», hanno assicurato il presidente e i due assessori. «Ma soprattutto occorre evitare che la situazione che si è creata, in maniera più o meno premeditata, possa indurre qualcuno a pensare che si debba privatizzare la gestione di un bene come l’acqua». Com