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Centro di mediazione pacifica dei conflitti, aumentano le richieste: affrontati duecento casi in sei mesi

Duecento casi in sei mesi. Basta questo dato fornito dal Centro per la mediazione pacifica dei conflitti, attivato dalla Provincia di Sassari nell’ambito delle proprie politiche sociali, per avere piena contezza di due fenomeni. «I numeri sono la manifestazione dell’ottimo servizio offerto dall’amministrazione attraverso il prezioso lavoro dei legali e dei mediatori che operano presso il Centro», commenta il presidente della Provincia, Alessandra Giudici, senza dimenticare il rovescio della medaglia.

«D’altro canto questo dato spaventa un po’ – aggiunge infatti il presidente – perché rivela l’aumento di situazioni di conflitto sempre più varie e complesse». Detto in altri termini, «se un servizio riattivato da appena un anno e mezzo è già diventato un punto di riferimento per così tante persone, viene da chiedersi quanti siano i casi di disagio presenti nel nostro territorio e che, per un motivo o per l’altro, hanno difficoltà a emergere». Da qui la necessità di rilanciare, «invitando tutti quelli che affrontano quotidianamente situazioni e legami conflittuali nell’ambito familiare o personale a non sentirsi soli – dice Alessandra Giudici – e di contare sulla collaborazione dei nostri mediatori per risolvere i propri problemi».

Attualmente il Centro di mediazione pacifica è attivo il martedì, sia di mattina che di sera. «Data la gran mole di lavoro si sta pensando di intensificare gli orari, con almeno un’altra giornata di apertura al pubblico da dedicare esclusivamente alle questioni che hanno risvolti di natura penale», annuncia il presidente della Provincia, che sul lavoro dello sportello e sulle esigenze di operatori e utenti si è recentemente confrontata con i due mediatori che lavorano al Centro, Francesca Maieli e Annina Sardara. «Lo strumento della mediazione ha un importante valore sociale in quanto rappresenta il tentativo estremo di ricostruire i rapporti lacerati da conflitti», spiegano le due esperte. «In una società sempre più complessa, che deve trovare nuovi equilibri nei mutamenti degli schemi sociali – aggiungono – lo strumento della mediazione consente ai soggetti di comunicare e decidere su ciò che li riguarda in prima persona».

Il Centro per la mediazione opera in favore di tutti quei soggetti, dalle donne ai giovani, dalle coppie alle famiglie, che si trovano in situazione di disagio familiare e sociale a causa di tensioni e conflitti. «La sofferenza prodotta da relazioni interpersonali sempre più difficili, aggressive e talvolta violente, condiziona pesantemente la quotidianità – dicono Francesca Maieli e Annina Sardara – e questo è tanto più vero nel caso dei giovani, spesso lasciati soli ad affrontare situazioni che sfuggono di mano, dalla cui gestione escono insoddisfatti, oppressi da sensi di colpa e di inadeguatezza».

Il centro per la mediazione pacifica dei conflitti è stato attivato in via sperimentale dalla Provincia di Sassari nel 1999, proponendosi come terzo Centro per la mediazione in Italia nel campo della mediazione penale in ambito minorile. L’esperienza del Centro si è ampliata coi servizi di mediazione familiare, mediazione sociale e mediazione penale per gli adulti nei procedimenti davanti al Giudice di pace. Grazie a questi servizi, anche a livello locale la mediazione si attesta come nuovo strumento per dirimere i conflitti in ambito familiare. «L’evoluzione del ricorso a tale istituto nell’arco degli anni – conclude Alessandra Giudici – fa pensare a un’attività sempre più necessaria e articolata, come dimostra il fatto che in diversi contesti la mediazione ha acquisito un ruolo insostituibile».

Dei duecento casi trattati nei primi sei mesi di quest’anno, 118 riguardavano soggetti inviati dai Tribunali tramite decreti e ordinanze, 24 con soggetti inviati dai servizi sociali territoriali, 40 con soggetti inviati dagli avvocati e 18 con soggetti che si sono presentati spontaneamente.

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