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Vinyls, Alessandra Giudici: “c’è l’idea di smantellare gli impianti e venderli a pezzi, governo e regione tacciono”

«Quella di Vinyls è una vera e propria svendita, così la fine della chimica a Porto Torres è cosa certa». Non solo. «Stanno smantellando il polo petrolchimico e il presidente della Regione, che si era assunto l’onere di tutelare il territorio ha taciuto, lasciando che questo percorso andasse avanti nel silenzio più assoluto».

Lo denuncia il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, all’indomani dell’incontro convocato a Roma per portare a compimento il laborioso percorso per il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale richiesta da Vinyls al Ministero dell’Ambiente. Al vertice hanno partecipato anche i livelli dirigenziali e tecnici del settore Ambiente della Provincia. «Nel corso dell’incontro si è giunti alla conclusione che non sussistano più le condizioni per il prosieguo dell’istruttoria», riferisce l’assessore dell’Ambiente, Paolo Denegri, dopo essersi confrontato con i tecnici del settore che hanno rappresentato l’amministrazione provinciale al vertice romano.

«Da quanto emerge, Vinyls non solo ha sospeso ogni attività dall’agosto del 2009 senza avere alcuna intenzione di riprendere le produzioni – prosegue l’assessore provinciale – ma ha riferito che, contrariamente a tutti i bandi precedenti, lo scopo del bando scaduto lo scorso 29 giugno per la vendita di Porto Torres e Porto Marghera non era la cessione dell’attività, ma la demolizione di tutti gli impianti o di smontaggio e di riutilizzo di un solo impianto in un altro sito, con conseguente demolizione degli altri». Un aspetto mai emerso prima, sottolinea il presidente della Provincia, «o perlomeno di cui questo territorio non era a conoscenza, complice il fatto che siamo stati tagliati fuori da ogni tipo di ragionamento relativo al destino della chimica italiana e del polo industriale di Porto Torres in particolare».

Proprio ciò che Alessandra Giudici aveva denunciato non più tardi di tre giorni fa all’interno della missiva con cui si era appellata al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, Corrado Passera e Corrado Clini, e al presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci.

«A questo punto le responsabilità sono ben chiare – conclude Alessandra Giudici – e se fino a qualche giorno fa abbiamo manifestato perplessità per il mancato coinvolgimento o, peggio ancora, per l’assenza di qualsiasi occasione di riflessione strategica sul destino del polo industriale di Porto Torres, oggi siamo arrabbiati e chiediamo conto a chi, per superficialità o per qualsiasi altro motivo poco importa, ha permesso che potesse essere ipotizzato questo scippo alle spalle della Sardegna e di questo territorio in particolare».