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Revisione spesa, Cappellacci: no ad artifici per trasformare governo debitore insolvente nei confronti dei sardi in creditore

“Il Governo è debitore insolvente nei confronti della Sardegna. Il tentativo di trasformarsi in creditore mediante un artificio legislativo è contrario alla Costituzione italiana e allo Statuto sardo”. Così il presidente della regione, Ugo Cappellacci, ha commentato il provvedimento adottato nella notte dall’esecutivo nazionale, secondo il quale la partecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica avviene, secondo modalità stabilite in attuazione dei rispettivi statuti, per un importo di 500 milioni di euro per l’anno 2012, di 1.000 milioni di euro per l’anno 2013 e di 1.500 milioni di euro a decorrere dal 2014.

“La rivisitazione della spesa - ha aggiunto Cappellacci - rappresenta un obiettivo condivisibile quando è finalizzata a migliorare la produttività delle diverse articolazioni della pubblica amministrazione e a ottimizzare le procedure, ma tale strumento non può essere deformato allo scopo di compensare e non onorare completamente i debiti accumulati nei confronti della nostra isola. Le somme dovute in base all’art. 8 dello Statuto, norma di rango costituzionale, devono essere corrisposte nel loro esatto ammontare. Il tentativo di autoridursi il debito attraverso un provvedimento legislativo ordinario è assolutamente inaccettabile. Una cosa sarebbe domandare alla Sardegna gli stessi sacrifici richiesti alle altre Regioni in un quadro di leale collaborazione istituzionale e di adempimento da parte dello Stato in ordine alle somme dovute alla nostra terra.

Altro è invece è predisporre unilateralmente un taglio in una situazione in cui il Governo non ha neppure versato quanto dovuto. La Sardegna - ha aggiunto il presidente - è pronta a tutelare i propri diritti sia in sede politica che, come già avvenuto in passato, in sede giurisdizionale. Rivolgiamo un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché richiami ancora una volta l’esecutivo al rispetto della Carta Costituzionale e al Parlamento perché in sede di conversione scongiuri gli effetti di un decreto gravemente e ingiustamente pregiudizievole per gli interessi della nostra isola”. Com