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Revisione della spesa, via libera al decreto: Approvato il provvedimento dopo un Consiglio dei ministri di sette ore.

Il Consiglio dei ministri, dopo sette ore di discussione, ha dato il via libera poco prima dell'una di questa mattina, al decreto legge sui tagli alle spese della Pubblica amministrazione, la cosiddetta revisione della spesa. Nel la notte il presidente del Consiglio Monti i ministri e il commissario Bondi hanno tenuto una conferenza stampa sui contenuti del provvedimento terminata poco dopo le 2. «Abbiamo varato un paio di settimane fa il primo decreto legge di questa serie revisione della spesa e quella di oggi è una seconda e principale rata di intervento di revisione della spesa» ha detto il presidente del consiglio. Ce ne sarà una terza. Nelle prossime settimane sarà emanato un ulteriore decreto sulla revisione della spesa che riguarderà «le agevolazioni fiscali e la revisione strutturale della spesa e dei contributi pubblici, sulla base delle relazioni fatte da Amato e Giavazzi».

«Il risparmio del decreto sarà di 4,5 miliardi per il 2012 e di 10,5 miliardi nel 2013 e di 11 miliardi per il 2014» ha detto Monti. Il governo ha deciso di « scartare la via più semplice dei tagli lineari per accingersi su quella più complessa, ma strutturalmente più proficua, dell'analisi della struttura della spesa. Tutti i ministri hanno dato prova di un grandissimo senso di responsabilità nel dare il loro contributo a questa missione collettiva che punta a una maggiore razionalizzazione e efficienza. Il lavoro della revisione della spesa «riguarda tutti i settori ma vede nel comparto della spesa sanitaria componente centrale come il pubblico impiego e l'articolazione periferica» dello Stato.

Non ci sarà il «taglio» che aveva fatto molto discutere. Ma il decreto impone norme di razionalizzazione alle Regioni. Insomma, non sarà il governo a decidere le chiusure ma le Regioni, eventualmente a ridurre e accorpare. «Nessuna chiusura da Roma dei piccoli ospedali - ha detto il ministro Balduzzi - ma razionalizzazione obbligatoria della rete ospedaliera»

Il recupero di fondi che il decreto garantisce, fa rinviare a luglio 2013 l'aumento dell'Iva che era previsto in autunno.

I tagli di personale interessano tutta la pubblica amministrazione: saranno dell'ordine del 10% per tutti i livelli tranne che per i dirigenti dove è previsto un taglio del 20%. «È stato esteso - ha spiegato il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, - l'approccio già introdotto due settimane fa per la Presidenza del Consiglio e per il ministero delle Finanze di riduzione delle piante organiche: nel complesso del 20% per la dirigenza e del 10% per altri livelli, con la possibilità di compensazioni tra diversi livelli di amministrazioni».

Le pubbliche amministrazioni potranno rescindere contratti di lungo periodo non più convenienti che dovessero risultare troppo onerosi per quanto riguarda l'acquisto di beni e servizi.

Contrariamente alle voci circolate nelle ore prima del Cdm, il decreto interviene anche sulle province, prevedendone la riduzione e l'accorpamento, con l'obiettivo di dimezzare il numero attuale.

Il decreto legge, ha aggiunto Monti, «estende la clausola di salvaguardia ad altri 55 mila soggetti che hanno maturato i requisiti successivamente al dicembre 2011. L'importo complessivo è di 1,2 miliardi a partire dal 2014». All'accorpamento e riduzione si giunge attraverso una procedura che vede il ruolo attivo degli Enti territoriali. Il Governo trasmette al Consiglio delle autonomie locali, istituito in ogni regione, la propria deliberazione con i criteri. Successivamente, ogni Consiglio approva il piano di riduzione entro 40 giorni. Entro la fine dell'anno sarà completato il piano di accorpamenti. I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e riduzione.