Arrivare in Sardegna per le vacanze sta diventando proibitivo per i turisti a causa dei rincari dei traghetti, responsabili di una sensibile flessione delle presenze nelle strutture agrituristiche, stimata sul territorio regionale, in un meno 30 / 40%.
Il dato rilevato a fine Giugno da Agriturist Sardegna (Confagricoltura), non si discosta dal trend negativo dello scorso anno.
L’80% dei principali frequentatori degli agriturismo risultano le famiglie, le più penalizzate dai costi esponenziali dei trasporti per l’isola.
“ In questi giorni ad Oristano, ho avuto ospite una famiglia di quattro persone - racconta la presidente di Agriturist Daniela Cubadda - che per arrivare nell’isola da Genova ha dovuto spendere, solo per il traghetto, complessivi 1000 euro per due adulti e due bambini.
Risulta difficile programmare la vacanza perché il numero di posti disponibili è limitato e la compagnia sarda registra di frequente il tutto esaurito. Non riesce quindi a soddisfare le numerose richieste con il risultato per noi deprimente - sottolinea la numero uno di Agriturist Sardegna - che incorriamo nel rischio della cancellazione delle prenotazioni nelle nostre strutture.
I costi esorbitanti determinano un effetto respingente per i turisti, costretti inevitabilmente a preferire altre destinazioni come la Croazia o la Spagna.
La nostra non è una meta competitiva - prosegue Cubadda - infatti ad eccezione dei voli low cost che a Giugno hanno permesso l’arrivo di numerosi stranieri, abbiamo prezzi da capogiro che incidono pesantemente sul costo generale finale della vacanza.
A Maggio una buona parte delle strutture agrituristiche ci hanno segnalato un afflusso deludente di presenze che si sono tradotte in perdite difficili da recuperare.
Conti alla mano - dichiara la presidente - i profitti si stanno riducendo ai soli due mesi lavorativi estivi. E’ davvero un peccato per un comparto che nel tempo è stato capace di ritagliarsi una piccola fetta del mercato delle vacanze. Considerata la bellezza delle nostre campagne durante l’intero arco dell’anno, si sarebbe infatti potuto puntare sulla destagionalizzazione. Bisogna poi considerare che chi gestisce una struttura è oberato da una serie di obblighi che vanno dai piani per la sicurezza ai corsi di formazione, così come accade per gli alberghi. In molti casi - conclude la presidente di Agriturist - si produce un aggravio tale di spese cui spesso è difficile far fronte perché non sempre è possibile spalmarle nei pochi mesi di attività”.