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Premiazione corti Sardinia Film Festival 2012 Sabato 30 giugno, Polo didattico “Quadrilatero”, viale Mancini 5 a Sassari

La settima edizione del Sardinia Film Festival si chiude sabato 30 giugno con la visione degli ultimi cortometraggi in concorso e, di sera, con la proclamazione dei vincitori.

La giornata, intensa e piena di appuntamenti da non perdere, inizia di mattina alle 10.30 con la visione dei film. Dopo la pausa pomeridiana, si riprende alle 17.30, sempre nelle aule: Verde per i corti internazionali, Rossa per i nazionali. Tra i film da segnalare: Dans le cour des grands di Annarita Zambrano che racconta una storia di bullismo declinata al femminile; l’animazione The lost town of Switez dello svizzero Kamil Polak, selezionato per il festival di Berlino; la fiction “psicologica” X=X+1 dello slovacco Juraj Krasnohorsky. Dall’Iran arriva Barbie di Ali Asgari, mentre la Germania è in concorso con la fiction I don’t like dancing di Joachim Dollhopf ed Evi Goldbrunner.  L’Uruguay partecipa con una storia di amicizia tra bambini di Paesi diversi ostacolata dai grandi, La pelota de football di Laura González. Dalla Francia, infine, arriva If you want yourmother back di Xavier Douin, storia surreale di un bambino che prende in ostaggio la Madonna per avere la bicicletta dei suoi sogni.

Di sera, a partire  dalle 21, nel cortile del Quadrilatero, la giuria –composta dai registi Aurelio Grimaldi e Gabriella Rosaleva e dai critici cinematografici Elisabetta Randaccio, Giulia Zoppi, Alessio Trerotoli, Francesco Bellu e Maria Cristina Caponi- renderà note al pubblico le motivazioni che hanno portato alla scelta dei film vincitori per categorie: fiction internazionale, fiction nazionale, documentario, animazione, video-arte, sperimentale, vetrina Sardegna.

Nella stessa serata è in programma l’ultimo evento speciale di questa edizione. In collaborazione con la Società Umanitaria-Cineteca Sarda di Cagliari, il festival propone al pubblico il cortometraggio  I morti di Alos di Daniele Atzeni, alla presenza del regista. Il film, unico rappresentante italiano al festival di Clermont Ferrand 2012, usa la tecnica del “falso documentario” per raccontare la storia di un paese immaginario della Sardegna, Alos appunto, industrializzato a metà del secolo scorso e distrutto da una catastrofe chimica nel 1964. L’unico sopravvissuto è il protagonista Antonio Gairo, voce narrante del film e memoria storica di un mondo che non esiste più. Com

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