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Carceri: Sdr, sciopero fame disabile cardiopatico a Buoncammino

“Destano preoccupazione le condizioni di salute di un detenuto ricoverato nel Centro Diagnostico Terapeutico di Buoncammino. L’uomo, A.P. 66 anni, originario di Suelli, con un grave handicap motorio che lo costringe su una sedia a rotelle, si astiene dal cibo per protesta da oltre 1 mese”.Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha effettuato alcuni colloqui con il cittadino privato della libertà ristretto nella Casa Circondariale cagliaritana dallo scorso mese di gennaio.

“L’uomo che all’ingresso in carcere pesava 87 chilogrammi – sottolinea Caligaris - attualmente è sceso a 63 chili. Invalido dal 2008, A.P. affetto da vasculopatia cerebrale e da cardiopatia, è stato vittima di due successive cadute, per fortuna senza gravi conseguenze, in seguito al tentativo di alzarsi dal letto. La prima volta il 15 febbraio e la seconda il 10 marzo. Precedentemente alla detenzione aveva subito una T.I.A. (attacco ischemico transitorio) con perdita temporanea della memoria. Si tratta di una persona che aldilà dei reati per i quali sta scontando la pena manifesta una grande difficoltà a vivere dentro una cella per la evidente incompatibilità al regime detentivo dovuta alle sue gravi patologie”.

L’istanza di differimento pena, presentata dal legale Amedeo Meloni al Tribunale di Sorveglianza di Cagliari, lo scorso mese di aprile, è ancora senza esito. Secondo i medici di Buoncammino, che hanno segnalato il caso, le condizioni del detenuto consiglierebbero una misura alternativa alla restrizione in ambiente carcerario. L’uomo, che si trovava in differimento pena da un anno, era tornato in carcere l’11 gennaio 2012 in seguito a una perizia con la quale si attestava il miglioramento delle condizioni di salute.

“E’ evidente che una persona anziana con gravi patologie irreversibili non può stare in una struttura penitenziaria. E’ altrettanto chiaro che la vita all’interno delle pareti domestiche e/o in una residenza sanitaria assistita non possono che far migliorare le condizioni generali di una persona malata. C’è quindi da chiedersi perché sia indispensabile – conclude la presidente di SDR – sottoporre a perizie dall’esito scontato anziani ammalati. In questo modo c’è il rischio davvero di trasformare il carcere in un luogo di tortura”. Com