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Gdf Cagliari – Scoperta dai militari un’intera fabbrica “in nero”: evasi quasi 60 milioni di euro da un imprenditore cagliaritano 68enne.

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cagliari ha portato a termine una complessa e articolata attività di polizia economico-finanziaria nei confronti di un’impresa cagliaritana operante nel settore della carpenteria metallica, ritenuta responsabile di una maxi evasione fiscale per oltre 43 milioni di euro ai fini delle imposte e dell’Iva, nonché di un indebito utilizzo di crediti d’imposta inesistenti per oltre 16 milioni di euro.

Il titolare dell’impresa,  M.R. di 68 anni, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cagliari, che coordina le indagini, per numerosi reati in materia penale-tributaria e contributiva (dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute, omesso versamento di Iva, indebite compensazioni, omesso versamento di ritenute previdenziali ed assistenziali)

L’inchiesta è partita nel 2010, quando i Finanzieri, a seguito di mirata attività preliminare di intelligence voluta dal Comando Regionale e da quello Provinciale nei confronti delle “imprese in perdita sistematica” (soggetti economici che dichiarano sistematicamente perdite civilistiche e fiscali, con conseguenti riflessi negativi sui conseguenti obblighi di dichiarazione e versamento delle imposte), e, quindi, hanno individuato un’azienda sospetta di evasione fiscale e perciò sono partiti gli accertamenti.

I finanzieri, in seguito, durante l’analisi dei bilanci e della documentazione fiscale, nonché dai numerosi approfondimenti e dai riscontri costantemente eseguiti nel corso delle attività ispettive, sono emersi una serie di criticità non solo sull’impresa sottoposta a controllo, ma anche nei confronti della posizione del titolare e della coniuge.

A fronte di rilevanti perdite dichiarate in tutti gli anni d’imposta sottoposti a controllo (dal 2005 al 2010) le Fiamme Gialle hanno anche rilevato un depauperamento del patrimonio aziendale attraverso un “flusso emorragico” di risorse finanziarie in uscita dai conti dell’impresa a titolo di prelevamenti da parte del titolare della stessa.

Sono stati pertanto esperiti approfonditi accertamenti bancari sui numerosi conti correnti (54) nonché sui conti titoli (16) riconducibili tanto all’impresa quanto al titolare ed alla coniuge che hanno consentito di portare alla luce un complesso sistema di “artifici” attraverso i quali, sulla base di una falsa rappresentazione reddituale, peraltro riverberata dall’inattendibilità dell’impianto contabile, il titolare dell’impresa aveva “travasato” ingenti disponibilità finanziarie sui propri conti correnti bancari.

A tale constatazione si aggiungeva anche l’accertamento di ulteriori, insidiose condotte fraudolente poste in essere con l’intento di simulare la disponibilità di ingenti crediti fiscali, poi dimostratisi assolutamente inesistenti, sistematicamente utilizzati per compensare indebitamente tutte le imposte ed i contributi dovuti, con un elevatissimo danno per le casse dell’Erario e degli Enti previdenziali.

Infatti, il sistematico e certosino riscontro di tutte le compensazioni di imposte e contributi effettuato dall’impresa verificata mediante ben 696 modelli di versamento F24, ha perciò evidenziato ai Finanzieri, l’esistenza della pressoché totale assenza di versamenti a titolo di imposte e contributi negli anni oggetto di ispezione che, avuto riguardo all’entità dei crediti fittiziamente vantati ma inesistenti, ha reso evidente l’impatto devastante causato in termini di mancato gettito nelle casse dello Stato.

Inoltre, i meticolosi controlli operati anche al di fuori dei confini della Sardegna hanno consentito di individuare la presenza di una rilevante unità operativa aziendale ubicata in Emilia Romagna (nel Ferrarese), che, tra l’altro, era stata taciuta al Fisco e occultata per “annacquare” le potenzialità reddituali dell’impresa agli effetti degli “studi di settore”.

Anche tale riscontro ha evidenziato l’esistenza di un intento fraudolento per evadere le imposte, perseguito mediante la delocalizzazione territoriale delle attività d’impresa rispetto al luogo di ubicazione della sede amministrativa della società, tale da sottendere, in modo inequivocabile, la  difficoltosa l’azione ispettiva dell’Erario.