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Napolitano contro la “campagna costruita sul nulla “: Il Fatto non molla la presa, Avvenire difende Mancino.

E' in corso "non solo in queste ore una campagna di insinuazioni e sospetti sul presidente della Repubblica e i suoi collaboratori costruita sul nulla" con "interpretazioni arbitrarie e tendenziose". Lo ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano a Coppito all'interno della caserma delle Fiamme Gialle a margine della celebrazione del 238 anniversario della fondazione del corpo.

Il presidente ha garantito la massima trasparenza in questa vicenda e nelle ultime ore ha incassato il sostegno di Angelino Alfano e di Pierluigi Bersani.

Quella della riforma delle norme sulle intercettazioni è "una scelta che spetta al Parlamento", ma è una questione che già da tempo andava "affrontata e risolta sulla base di un'intesa la più larga possibile".

Dai verbali della Procura di Palermo relativi all'inchiesta sulla presunta "trattativa" tra Stato e mafia salta fuori il nome Giulio Andreotti.
Lo scrive oggi il Fatto Quotidiano, raccontando come pochi giorni dopo l'omicidio di Salvo Lima, la figlia dell'esponente democristiano volò a Roma per incontrare l'ex Presidente del Consiglio e questi, ricevendola nel suo studio, le avrebbe chiesto se il nome di Vito Ciancimino, l'ex sindaco mafioso di Palermo, fosse legato all'assassinio del padre.

A raccontarlo ai magistrati è stata la stessa Susanna Lima, che a vent'anni da quel tragico 1992, lo scorso aprile, è stata sentita dai Pm che indagano sulla "trattativa" che partì tra le istituzioni e Cosa nostra per porre fine alla stagione delle stragi.

 Con un editoriale dal titolo 'La verticale escalation di violazioni dell'inviolabile', il quotidiano della Cei Avvenire è sceso in campo a difesa del Quirinale, nell'occhio del ciclone dopo la pubblicazione delle intercettazioni delle conversazioni con cui l'ex ministro Nicola Mancino (che ha negato di essere stato a conoscenza della trattativa Stato-mafia per mettere fine alle stragi nei drammatici primi anni '90) ha sollecitato al Colle un intervento in sua difesa.

Nel denunciare la potenzialità "eversiva" della pubblicazione di quelle conversazioni fra Mancino e Quirinale, il quotidiano dei vescovi denuncia altresì la violazione dell'art.15 della Cosituzione che tutela inviolabilità e segretezza di corrispondenza e comunicazioni fra cittadini.

 "L'operazione mediatica in corso - è il ragionamento del Presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto - è chiaramente volta ad allargare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l'attacco destabilizzante nei confronti del sistema politico.

Respingiamo questo attacco del quale cogliamo anche tutte le implicazioni. Anche da ciò che sta accadendo risulta evidente la necessità di regolare in modo rigoroso tutto il meccanismo riguardante le intercettazioni nel nostro Paese sul quale anche la Corte Europea di Giustizia ha sollevato una serie di questioni".

Cicchitto invita anche a distinguere la chiamata in causa dell'attuale Capo dello Stato nella vicenda dell'inchiesta sulla trattativa fra Stato e mafia dal ruolo nella vicenda dei suoi predecessori "Dividiamo il dibattito sulla eventuale trattativa fra lo Stato e la mafia del 92-94 in due parti. Una è l'operazione mediatica in corso. Un'altra parte riguarda invece l`accertamento dell`esistenza o meno di questa trattativa e, nel caso affermativo, di quali sono stati i protagonisti per ciò che riguarda lo Stato. Questo accertamento non può che riguardare coloro che all`epoca erano Presidenti della Repubblica, del Consiglio, Ministri degli Interni e della Giustizia, capi della polizia, dei servizi, del Dap".